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Natale a Mosca

04.03.2023 23:03
Hai mai avuto l'idea di trascorrere le vacanze di Natale a Mosca? Penso al Natale cattolico, quello nostro, celebrato il 25 dicembre. A me l'idea del genere non sarebbe mai venuta, ma mia moglie è molto più creativa di me. Dicono che donne e uomini sono diversi, quindi può succedere. La mia caratteristica positiva è che sono adattabile. Detto questo, mi piace viaggiare, sempre e ovunque, ed essere in vacanza, lontano dal mio posto di lavoro. L'anno scorso (ho dovuto correggere aggettivo, perché non mi sono subito reso conto che l'anno di cui stavo scrivendo è già passato nella stori), la costellazione delle vacanze era molto favorevole, tenendo conto anche delle vacanze di Capodanno e della Befana. Con qualche giorno libero, sono stato in grado di evitare di presentarmi in ufficio per più di due settimane. Tre giorni fa, 7 di gennaio, ho iniziato a lavorare di nuovo proprio in concomitanza del Natale ortodosso, quindi congratulazioni a tutti coloro che lo celebrano. Non celebro né quello nostro, né l'ortodosso, neanche le cose simili. Mi hanno insegnato fin dalla tenera età che non Lui esiste e ci credo ancora oggi.
 
Quindi, sabato prima di Natale ci siamo trovati a Mosca. La prima impressione, subito dopo aver lasciato la metropolitana, è stata sbalorditiva: un lusso spropositi tutto attorno a noi. Ero incredulo in quello che vedevo con i miei occhi. Era già notte, d'inverno la notte arriva presto, e le luci lampeggiavano dappertutto. Non ho mai visto una città così decorata in vita mia e ne ho viste parecchie. Già sulla strada per l'hotel (20 minuti a piedi dalla stazione) ci siamo resi conto che il centro della città era qualcosa di speciale. Le vetrine dei negozi che ci passavano accanto ci dicevano che è anche molto costoso. Ricordo i miei genitori che raccontavano la loro visita a Mosca negli anni '80. A quei tempi era ancora la capitale dell'Unione Sovietica. Mi hanno raccontato che tutto era molto povero, che la gente era vestita male e che, i miei genitori, riuscirono a coprire il costo di un'intera settimana con la vendita, ovviamente in nero, di un paio di jeans. Le cose sono ovviamente cambiate.
 
 
Il mio istinto maschile, che è quasi sempre sbagliato, questa volta non ha fallito; purtroppo. Entrambi, mia moglie ed io, amiamo le città sotto la neve nel periodo natalizio. Avevamo sperato che fosse così a Mosca, ma purtroppo le nostre aspettative non erano state soddisfatte. Nemmeno un fiocco di neve in 5 giorni, né in aria, né a terra. Dicono che questo inverno è il più caldo degli ultimi 150 anni. In questi giorni, ho letto su Internet che i cittadini di Mosca chiedono al sindaco di produrre neve artificiale, per migliorare l'atmosfera e creare quella giusta per Natale. Non so cosa abbia detto il sindaco, ma sembra una soluzione piuttosto complicata e costosa. Durante il nostro soggiorno la temperatura non è scesa sotto lo zero, tranne forse un grado o due prima della mattina, durante il periodo più freddo. La temperatura più alta raggiunta era di circa 8 gradi. Un giorno eravamo anche costretti ad aprire gli ombrelli perché il cielo, che era sempre nuvoloso (non vedevamo un raggio di sole durante la nostra permanenza), si è aperto improvvisamente e ha iniziato a rilasciare l'acqua, cioè pioggia. Fortunatamente, la pioggia si è fermata relativamente presto, dopo che ci siamo rifugiati per circa 20 minuti in un bar. Se avesse continuato più a lungo, non saremmo stati a nostro agio a camminare con le scarpe bagnate.
 
Abbiamo visto molto a Mosca, e ancora di più è ciò che ci è mancato. Non abbiamo visto alcune cose a causa della nostra scarsa organizzazione, poiché stavamo perdendo tempo a cercare indirizzi dei punti d'interesse. Queste cose dovevano essere studiate e preparate a casa, in tranquillità, e arrivare alla destinazione organizzati, con almeno un piano minimo di ciò che si vuole vedere. Generalmente questo non è il mio compito, ma non ne parlerò qui, perché può accadere (anche se molto difficilmente) che mia moglie legga per sbaglio questo sito e si offenda per la mia contestazione della sua scarsa organizzazione (è laureata in economia, indirizzo l'organizzazione). In parte la responsabilità si può dare anche ad alcune circostanze avverse, che sono accadute per caso e non erano facilmente prevedibili. Proprio nel giorno di Natale cattolico, volevamo visitare la chiesa più famosa di Mosca e il mausoleo dove è esposto il corpo mummificato di Lenin. Entrambi i posti si trovano sulla Piazza Rossa, che le autorità hanno chiuso quel giorno a causa di un evento che ha coinvolto bambini. Potete immaginare: venite per una visita turistica e un giorno il governo cittadino decide di chiudere una delle parti più interessanti della città: era difficile supporre che ciò accadesse, ma è successo e ha aumentato la nostra frustrazione. Considerando tutto ciò che abbiamo visto, siamo rimasti più colpiti dalle famose stazioni della metropolitana moscovita, una delle più belle al mondo. In alcuni casi, si tratta di vere opere d'arte.
 
La parte culinaria della visita è stata molto soddisfacente. La prima sera abbiamo mangiato un ottimo borsch, una zuppa di barbabietole, interpretato in maniera moderno (tutto tranne la carne era frullato in una minestra densa). Dopodiché, è seguito un pezzo di pesce che abbiamo condiviso: era delizioso e preparato da un maestro. La seconda sera abbiamo deciso di risparmiare e siamo andati in uno di quei ristoranti fast-food che servono famosi ravioli russi. Economico, buono e in un'atmosfera popolare, molto piacevole. La terza sera mi sono goduto un ottimo medaglione di vitello ad alto prezzo. Quest'ultimo mi è piaciuto di meno, ma almeno il piatto era eccezionale. Due cene nei ristoranti delle ex repubbliche sovietiche: Azerbaigian e Georgia. Buono e un po' più economico, ma nell'ultimo ho pagato 40 euro una bottiglia di vino rosso georgiano; per fortuna, è stato grandioso. 
 
Hai mai avuto l'idea di trascorrere le vacanze di Natale a Mosca? Penso al Natale cattolico, quello nostro, celebrato il 25 dicembre. A me l'idea del genere non sarebbe mai venuta, ma mia moglie è molto più creativa di me. Dicono che donne e uomini sono diversi, quindi può succedere. La mia caratteristica positiva è che sono adattabile. Detto questo, mi piace viaggiare, sempre e ovunque, ed essere in vacanza, lontano dal mio posto di lavoro. L'anno scorso (ho dovuto correggere aggettivo, perché non mi sono subito reso conto che l'anno di cui stavo scrivendo è già passato nella stori), la costellazione delle vacanze era molto favorevole, tenendo conto anche delle vacanze di Capodanno e della Befana. Con qualche giorno libero, sono stato in grado di evitare di presentarmi in ufficio per più di due settimane. Tre giorni fa, 7 di gennaio, ho iniziato a lavorare di nuovo proprio in concomitanza del Natale ortodosso, quindi congratulazioni a tutti coloro che lo celebrano. Non celebro né quello nostro, né l'ortodosso, neanche le cose simili. Mi hanno insegnato fin dalla tenera età che non Lui esiste e ci credo ancora oggi.
 
Quindi, sabato prima di Natale ci siamo trovati a Mosca. La prima impressione, subito dopo aver lasciato la metropolitana, è stata sbalorditiva: un lusso spropositi tutto attorno a noi. Ero incredulo in quello che vedevo con i miei occhi. Era già notte, d'inverno la notte arriva presto, e le luci lampeggiavano dappertutto. Non ho mai visto una città così decorata in vita mia e ne ho viste parecchie. Già sulla strada per l'hotel (20 minuti a piedi dalla stazione) ci siamo resi conto che il centro della città era qualcosa di speciale. Le vetrine dei negozi che ci passavano accanto ci dicevano che è anche molto costoso. Ricordo i miei genitori che raccontavano la loro visita a Mosca negli anni '80. A quei tempi era ancora la capitale dell'Unione Sovietica. Mi hanno raccontato che tutto era molto povero, che la gente era vestita male e che, i miei genitori, riuscirono a coprire il costo di un'intera settimana con la vendita, ovviamente in nero, di un paio di jeans. Le cose sono ovviamente cambiate.
 
Il mio istinto maschile, che è quasi sempre sbagliato, questa volta non ha fallito; purtroppo. Entrambi, mia moglie ed io, amiamo le città sotto la neve nel periodo natalizio. Avevamo sperato che fosse così a Mosca, ma purtroppo le nostre aspettative non erano state soddisfatte. Nemmeno un fiocco di neve in 5 giorni, né in aria, né a terra. Dicono che questo inverno è il più caldo degli ultimi 150 anni. In questi giorni, ho letto su Internet che i cittadini di Mosca chiedono al sindaco di produrre neve artificiale, per migliorare l'atmosfera e creare quella giusta per Natale. Non so cosa abbia detto il sindaco, ma sembra una soluzione piuttosto complicata e costosa. Durante il nostro soggiorno la temperatura non è scesa sotto lo zero, tranne forse un grado o due prima della mattina, durante il periodo più freddo. La temperatura più alta raggiunta era di circa 8 gradi. Un giorno eravamo anche costretti ad aprire gli ombrelli perché il cielo, che era sempre nuvoloso (non vedevamo un raggio di sole durante la nostra permanenza), si è aperto improvvisamente e ha iniziato a rilasciare l'acqua, cioè pioggia. Fortunatamente, la pioggia si è fermata relativamente presto, dopo che ci siamo rifugiati per circa 20 minuti in un bar. Se avesse continuato più a lungo, non saremmo stati a nostro agio a camminare con le scarpe bagnate.
 
Abbiamo visto molto a Mosca, e ancora di più è ciò che ci è mancato. Non abbiamo visto alcune cose a causa della nostra scarsa organizzazione, poiché stavamo perdendo tempo a cercare indirizzi dei punti d'interesse. Queste cose dovevano essere studiate e preparate a casa, in tranquillità, e arrivare alla destinazione organizzati, con almeno un piano minimo di ciò che si vuole vedere. Generalmente questo non è il mio compito, ma non ne parlerò qui, perché può accadere (anche se molto difficilmente) che mia moglie legga per sbaglio questo sito e si offenda per la mia contestazione della sua scarsa organizzazione (è laureata in economia, indirizzo l'organizzazione). In parte la responsabilità si può dare anche ad alcune circostanze avverse, che sono accadute per caso e non erano facilmente prevedibili. Proprio nel giorno di Natale cattolico, volevamo visitare la chiesa più famosa di Mosca e il mausoleo dove è esposto il corpo mummificato di Lenin. Entrambi i posti si trovano sulla Piazza Rossa, che le autorità hanno chiuso quel giorno a causa di un evento che ha coinvolto bambini. Potete immaginare: venite per una visita turistica e un giorno il governo cittadino decide di chiudere una delle parti più interessanti della città: era difficile supporre che ciò accadesse, ma è successo e ha aumentato la nostra frustrazione. Considerando tutto ciò che abbiamo visto, siamo rimasti più colpiti dalle famose stazioni della metropolitana moscovita, una delle più belle al mondo. In alcuni casi, si tratta di vere opere d'arte.
 
La parte culinaria della visita è stata molto soddisfacente. La prima sera abbiamo mangiato un ottimo borsch, una zuppa di barbabietole, interpretato in maniera moderno (tutto tranne la carne era frullato in una minestra densa). Dopodiché, è seguito un pezzo di pesce che abbiamo condiviso: era delizioso e preparato da un maestro. La seconda sera abbiamo deciso di risparmiare e siamo andati in uno di quei ristoranti fast-food che servono famosi ravioli russi. Economico, buono e in un'atmosfera popolare, molto piacevole. La terza sera mi sono goduto un ottimo medaglione di vitello ad alto prezzo. Quest'ultimo mi è piaciuto di meno, ma almeno il piatto era eccezionale. Due cene nei ristoranti delle ex repubbliche sovietiche: Azerbaigian e Georgia. Buono e un po' più economico, ma nell'ultimo ho pagato 40 euro una bottiglia di vino rosso georgiano; per fortuna, è stato grandioso. 
 
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Politicamente rassegnato

02.09.2022 14:42
A metà del settembre lavoro ancora in smart working. Ma non riusciamo a trovare i nostri nomi per certe attività oppure ci sembriamo più intelligenti a noi stessi quando usiamo le lingue straniere? Mi pongo troppe domande, ma delle risposte ne ho sempre di meno. Fino a che punto la situazione andrà così? Un'altra questione alla quale non so dare un riscontro. Visto che siamo in uno stato di emergenza, fino a tale scadenza rimango a casa a svolgere il mio lavoro. A volte sono contento (dormo di più e sono libero di fare quando mi conviene di più) e a volte meno (si sta insieme con i familiari e si disturba a vicenda). Guardo troppa televisione, ma in modo poco attento. Di mattina sfoglio quei telegiornali che vanno in onda 24 ore, ma dopo qualche minuto mi annoio. A volte esco fuori, nel bar che si trova a pochi passi dalla casa, e mentre bevo un caffè o una birra, sfoglio i giornali, quelli cartacei. Dentro ci sono parecchie notizie che in TV non si vedono.
 
Qualche sera fa, verso mezzanotte, guardavo "Domani in prima", Rai News 24. La notizia del giorno e il principale oggetto della discussione con gli ospiti collegati via Skype (la qualità del collegamento a volte è inaccettabile per una televisione professionale) era il fatto che Mattarella, il presidente della repubblica (tutto in minuscolo a posta, per la mancanza di rispetto) ha firmato la legge sulla semplificazione, ma ha fornito anche qualche nota, contestando il metodo. La Costituzione dice che le leggi devono essere uniformi, cioè trattare un argomento, oppure gli argomenti simili. In questa, sulla semplificazione, sono finiti 15 articoli che riguardano il codice stradale e anche qualche norma che permette ai comuni di "sbirciare" nei conti correnti dei cittadini. Quest'ultima hanno cercato di farla per più di dieci anni, ma era sempre rifiutata. Adesso è passata. Mattarella ha spiegato che firma la legge perché è importante per il paese, ma che non va bene mescolare le cose che non c'entrano niente con le semplificazioni. Vediamo come sono andate le cose.
 
Il governo propone una legge anticostituzionale (per la forma, non per il contenuto). Il parlamento ci sta al gioco, sotto ricatto della fiducia, ed approva un atto che non dovrebbe. Nell'ultima istanza, il presidente della repubblica, firma una cosa che non doveva, fornendo subito anche la scusa. Ma le regole, a cosa servono? Da noi sono una opzione. Si può derogare, si può chiudere un occhio, basta trovare una scusa, ma quella non è scritta e prevista dalle regole. I giornalisti presenti lodano il presidente di aver bacchettato il governo, senza esplicitare che questa bacchettata non significa proprio niente e che la prossima volta, quando avrà bisogno, il governo farà la stessa cosa. C'è un giornalista che osserva che è passata la richiesta dei comuni di poter installare i misuratori di velocità delle macchine: in questo modo possono riempire le casse, visto che il governo ha tagliato drasticamente i trasferimenti. Alla fine dice che i poveri automobilisti, some al solito, devono pagare il conto dell'inefficienza istituzionale. Bravi! Anche i giornalisti non vogliono che le norme si rispettino. Come la vedo io, se vai troppo veloce, è giusto che paghi la multa. Sono io strano?
 
Non è la prima volta che questo succede. All'inizio dell'anno questo governo ha fatto una legge incostituzionale non per la forma, ma per il contenuto della stessa; una cosa molto più grave. Hanno tolto la prescrizione, togliendo la garanzia per gli accusati, prevista esplicitamente dalla Costituzione. Anche quella è stata firmata dal presidente, ma senza alcuna nota a proposito. Lui dovrebbe essere il garante della costituzionalità delle leggi, ma è ovvio che lui questo garantismo interpreta in modo personale, fregandosi dalle regole scritte. E noi pensiamo di migliorare? Io proprio non vedo come. Finché non torna lo stato di diritto, ognuno in questo paese fa quello che gli pare, per la propria convenienza o comodità.
La notizia buona che c'è Tour de France. In tutto questo periodo quello che mi mancava di più era lo sport. Non sono così appassionatissimo, ma semplicemente mi rilassa. Specialmente il ciclismo. A prescindere dalla parte competitiva, ci sono delle bellissime immagini, delle panoramiche mozzafiato. In più, anche i commentatori sono bravi. Parlare qualche ora della corsa, dove a volte succede molto poco, non è facile e sarebbe anche estremamente noioso e monotono. Pertanto, inseriscono le storielle sul passato del Tour ed anche qualche cicca gastronomica relativa alle zone dove passa la gara. In più, essere a casa mi permette di seguire in diretta le ultime due ore di corsa. Il tempo rubato al lavoro, recupero rimanendo in più sulla scrivania, dopo che l'orario sarebbe teoricamente finito. Io sono uno che rispetta le regole, anche se non c'è nessuno a controllarmi. Mi sembra di essere un pesce fuori acqua in questo paese.
 
L'altra cosa che mi rallegra è la cucina di mia moglie. Anche a mia moglie, come credo a tutte, si potrebbero fare tante osservazioni, ma per quanto riguarda la parte culinaria, è praticamente impeccabile. Non soltanto che cerca sempre delle ricette nuove, ma spesso le personalizza. Aggiunge un gradiente originariamente non previsto, oppure cambia il modo di preparazione, ma il risultato è sempre ottimo. Ecco, per esempio, oggi per il pranzo c'era pasta fresca con pomodorini caramellati. Una delizia! Allego anche la foto per la testimonianza, almeno visiva. L'importante è sempre avere degli ingredienti buoni e lei è molto attenta a questo aspetto. Se costa un po' di più, va bene: possiamo permettercelo. Ultimamente mi sembra di vedere crescere la mia pancia. Troppo cibo buono ma anche qualche birra di troppo. Se vedete i tedeschi, quasi tutti sono gonfi, per la birra. 
A metà del settembre lavoro ancora in smart working. Ma non riusciamo a trovare i nostri nomi per certe attività oppure ci sembriamo più intelligenti a noi stessi quando usiamo le lingue straniere? Mi pongo troppe domande, ma delle risposte ne ho sempre di meno. Fino a che punto la situazione andrà così? Un'altra questione alla quale non so dare un riscontro. Visto che siamo in uno stato di emergenza, fino a tale scadenza rimango a casa a svolgere il mio lavoro. A volte sono contento (dormo di più e sono libero di fare quando mi conviene di più) e a volte meno (si sta insieme con i familiari e si disturba a vicenda). Guardo troppa televisione, ma in modo poco attento. Di mattina sfoglio quei telegiornali che vanno in onda 24 ore, ma dopo qualche minuto mi annoio. A volte esco fuori, nel bar che si trova a pochi passi dalla casa, e mentre bevo un caffè o una birra, sfoglio i giornali, quelli cartacei. Dentro ci sono parecchie notizie che in TV non si vedono.
 
Qualche sera fa, verso mezzanotte, guardavo "Domani in prima", Rai News 24. La notizia del giorno e il principale oggetto della discussione con gli ospiti collegati via Skype (la qualità del collegamento a volte è inaccettabile per una televisione professionale) era il fatto che Mattarella, il presidente della repubblica (tutto in minuscolo a posta, per la mancanza di rispetto) ha firmato la legge sulla semplificazione, ma ha fornito anche qualche nota, contestando il metodo. La Costituzione dice che le leggi devono essere uniformi, cioè trattare un argomento, oppure gli argomenti simili. In questa, sulla semplificazione, sono finiti 15 articoli che riguardano il codice stradale e anche qualche norma che permette ai comuni di "sbirciare" nei conti correnti dei cittadini. Quest'ultima hanno cercato di farla per più di dieci anni, ma era sempre rifiutata. Adesso è passata. Mattarella ha spiegato che firma la legge perché è importante per il paese, ma che non va bene mescolare le cose che non c'entrano niente con le semplificazioni. Vediamo come sono andate le cose.
 
Il governo propone una legge anticostituzionale (per la forma, non per il contenuto). Il parlamento ci sta al gioco, sotto ricatto della fiducia, ed approva un atto che non dovrebbe. Nell'ultima istanza, il presidente della repubblica, firma una cosa che non doveva, fornendo subito anche la scusa. Ma le regole, a cosa servono? Da noi sono una opzione. Si può derogare, si può chiudere un occhio, basta trovare una scusa, ma quella non è scritta e prevista dalle regole. I giornalisti presenti lodano il presidente di aver bacchettato il governo, senza esplicitare che questa bacchettata non significa proprio niente e che la prossima volta, quando avrà bisogno, il governo farà la stessa cosa. C'è un giornalista che osserva che è passata la richiesta dei comuni di poter installare i misuratori di velocità delle macchine: in questo modo possono riempire le casse, visto che il governo ha tagliato drasticamente i trasferimenti. Alla fine dice che i poveri automobilisti, some al solito, devono pagare il conto dell'inefficienza istituzionale. Bravi! Anche i giornalisti non vogliono che le norme si rispettino. Come la vedo io, se vai troppo veloce, è giusto che paghi la multa. Sono io strano?
 
Non è la prima volta che questo succede. All'inizio dell'anno questo governo ha fatto una legge incostituzionale non per la forma, ma per il contenuto della stessa; una cosa molto più grave. Hanno tolto la prescrizione, togliendo la garanzia per gli accusati, prevista esplicitamente dalla Costituzione. Anche quella è stata firmata dal presidente, ma senza alcuna nota a proposito. Lui dovrebbe essere il garante della costituzionalità delle leggi, ma è ovvio che lui questo garantismo interpreta in modo personale, fregandosi dalle regole scritte. E noi pensiamo di migliorare? Io proprio non vedo come. Finché non torna lo stato di diritto, ognuno in questo paese fa quello che gli pare, per la propria convenienza o comodità.
 
 
La notizia buona che c'è Tour de France. In tutto questo periodo quello che mi mancava di più era lo sport. Non sono così appassionatissimo, ma semplicemente mi rilassa. Specialmente il ciclismo. A prescindere dalla parte competitiva, ci sono delle bellissime immagini, delle panoramiche mozzafiato. In più, anche i commentatori sono bravi. Parlare qualche ora della corsa, dove a volte succede molto poco, non è facile e sarebbe anche estremamente noioso e monotono. Pertanto, inseriscono le storielle sul passato del Tour ed anche qualche cicca gastronomica relativa alle zone dove passa la gara. In più, essere a casa mi permette di seguire in diretta le ultime due ore di corsa. Il tempo rubato al lavoro, recupero rimanendo in più sulla scrivania, dopo che l'orario sarebbe teoricamente finito. Io sono uno che rispetta le regole, anche se non c'è nessuno a controllarmi. Mi sembra di essere un pesce fuori acqua in questo paese.
 
L'altra cosa che mi rallegra è la cucina di mia moglie. Anche a mia moglie, come credo a tutte, si potrebbero fare tante osservazioni, ma per quanto riguarda la parte culinaria, è praticamente impeccabile. Non soltanto che cerca sempre delle ricette nuove, ma spesso le personalizza. Aggiunge un gradiente originariamente non previsto, oppure cambia il modo di preparazione, ma il risultato è sempre ottimo. Ecco, per esempio, oggi per il pranzo c'era pasta fresca con pomodorini caramellati. Una delizia! Allego anche la foto per la testimonianza, almeno visiva. L'importante è sempre avere degli ingredienti buoni e lei è molto attenta a questo aspetto. Se costa un po' di più, va bene: possiamo permettercelo. Ultimamente mi sembra di vedere crescere la mia pancia. Troppo cibo buono ma anche qualche birra di troppo. Se vedete i tedeschi, quasi tutti sono gonfi, per la birra. 
 
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Closer

06.03.2022 18:54
Circa dieci anni fa ho visto un film, Closer. Ricordo che mi era piaciuto ma non saprei dire per quale motivo. Quello che, all'epoca, mi aveva lasciato il film era addirittura un dispiacere per una delle due coppie che si lasciano. Evidentemente, i venti anni sono anni del romanticismo e ingenuità. Ultimamente non guardo molto spesso i film, preferisco le serie tv. Ci sono di interessanti. Comunque sia, in una delle rare occasioni con il telecomando in mano e facendo un giro di canali, ho visto il promo del film. Mi sono subito chiesta di quale percezione avrei avuto dei personaggi e della storia dopo così tanti anni. Ho rivisto il film con molta attenzione. La prima volta ero molto coinvolta, ora, a tratti pure annoiata. 
 
Tutta la trama ruota intorno a due coppie, Dan e Alice da una parte, Larry e Anna, dall'altra. L'inizio è gratificante per tutti i personaggi coinvolti che sembrano essere felici. Ad un certo punto, Dan lo scrittore, durante uno shooting per la copertina del suo primo libro si innamora della fotografa Anna. I due intraprendono una relazione segreta per un anno. Nel momento in cui decidono di confessare il loro tradimento ai partner, la situazione, inevitabilmente, si complica.
 
Alice va via di casa, Dan e Anna restano insieme per un po' di tempo e Larry non si rassegna alla perdita della moglie continuando a cercarla. Alla fine Anna tradisce Dan con Larry e lui decide di lasciarla. Larry è felice di riavere la moglie e consiglia a Dan di tornare da Alice, confessandogli di avere condiviso con lei la passione di una notte. Anche Dan e Alice tornano insieme fino a quando lui non la costringe a confessare di essere stato tradito. Lei confessa e in seguito gli comunica di volere interrompere la loro relazione. Rientra negli Stati Uniti, il suo paese di origine e nella scena finale lo spettatore viene a conoscenza che il suo nome vero è Jane, non Alice. 
 
Il film è di quelli lenti, per cui dovete essere dell'umore giusto per vederlo. La scoperta interessante che ho visto questa volta nei personaggi è che nessuno di loro vive una relazione riuscita. Nei confronti di Alice, Dan ha un visibile senso di protezione. A sua volta, Alice vede lo scrittore come un uomo da idealizzare. Anna mi sembra un personaggio incostante e confuso su ciò che vuole in un rapporto e suo compagno, Larry, ossessionato da lei. 
 
Insomma, lo scenario positivo di dieci anni fa circa, ora è diventato uno triste. La musica però è rimasta piacevole. Il film è stato girato in base alla omonima opera teatrale in cui però il finale risulta essere diverso, Alice muore e Larry e Anna si separano. In entrambi i casi, posso concludere dicendo che non è un film per i romantici e gli idealisti. Quelli di una volta, intendo.
Circa dieci anni fa ho visto un film, Closer. Ricordo che mi era piaciuto ma non saprei dire per quale motivo. Quello che, all'epoca, mi aveva lasciato il film era addirittura un dispiacere per una delle due coppie che si lasciano. Evidentemente, i venti anni sono anni del romanticismo e ingenuità. Ultimamente non guardo molto spesso i film, preferisco le serie tv. Ci sono di interessanti. Comunque sia, in una delle rare occasioni con il telecomando in mano e facendo un giro di canali, ho visto il promo del film. Mi sono subito chiesta di quale percezione avrei avuto dei personaggi e della storia dopo così tanti anni. Ho rivisto il film con molta attenzione. La prima volta ero molto coinvolta, ora, a tratti pure annoiata. 
 
Tutta la trama ruota intorno a due coppie, Dan e Alice da una parte, Larry e Anna, dall'altra. L'inizio è gratificante per tutti i personaggi coinvolti che sembrano essere felici. Ad un certo punto, Dan lo scrittore, durante uno shooting per la copertina del suo primo libro si innamora della fotografa Anna. I due intraprendono una relazione segreta per un anno. Nel momento in cui decidono di confessare il loro tradimento ai partner, la situazione, inevitabilmente, si complica.
 
Alice va via di casa, Dan e Anna restano insieme per un po' di tempo e Larry non si rassegna alla perdita della moglie continuando a cercarla. Alla fine Anna tradisce Dan con Larry e lui decide di lasciarla. Larry è felice di riavere la moglie e consiglia a Dan di tornare da Alice, confessandogli di avere condiviso con lei la passione di una notte. Anche Dan e Alice tornano insieme fino a quando lui non la costringe a confessare di essere stato tradito. Lei confessa e in seguito gli comunica di volere interrompere la loro relazione. Rientra negli Stati Uniti, il suo paese di origine e nella scena finale lo spettatore viene a conoscenza che il suo nome vero è Jane, non Alice. 
 
Il film è di quelli lenti, per cui dovete essere dell'umore giusto per vederlo. La scoperta interessante che ho visto questa volta nei personaggi è che nessuno di loro vive una relazione riuscita. Nei confronti di Alice, Dan ha un visibile senso di protezione. A sua volta, Alice vede lo scrittore come un uomo da idealizzare. Anna mi sembra un personaggio incostante e confuso su ciò che vuole in un rapporto e suo compagno, Larry, ossessionato da lei. 
 
Insomma, lo scenario positivo di dieci anni fa circa, ora è diventato uno triste. La musica però è rimasta piacevole. Il film è stato girato in base alla omonima opera teatrale in cui però il finale risulta essere diverso, Alice muore e Larry e Anna si separano. In entrambi i casi, posso concludere dicendo che non è un film per i romantici e gli idealisti. Quelli di una volta, intendo.
 
 

 

 

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Igiene ad altezza

03.12.2021 19:05
Settimana scorsa sono tornato da un viaggio esotico di 2 settimane. La meta era Cina e Tibet. Arrivato all'aeroporto di Pechino la mia prima necessità era cambiare un po' di valuta. Scopro che sono ladri come noi: la differenza tra la quota di acquisto e vendita, cosiddetto spread, è superiore al 10%, come risulta anche nei tutti gli uffici di cambio in Italia. Nei paesi onesti andiamo su uno, massimo due percento. L'altra scoperta è che là ci sono più Cinesi che a Milano,sono oltre un miliardo. La città è invece inquinatissima e tante persone portano le mascherine da chirurgo e sembrano dei terroristi che nascondono propria identità alle autorità. Taxi costa poco ed anche i ristoranti sono più che abbordabili, ma nei chioschi per le strade una lattina di birra costa 3 euro e ha metà dell'alcool che si trova da noi.
 
Non conosco i dati ufficiali, ma non dovrebbero avere dei problemi di disoccupazione. Forse non sono tra gli stati più produttivi del mondo, ma lavorano tutti. Accanto alle scale mobili della metro c'è sempre seduto un impiegato, nella sua bella divisa che controlla il funzionamento, oppure dorme. Per cambiare 5 metri di cordolo su una strada ci vogliono circa una ventina di persone. I lavori di precisione fanno gli uomini mentre le donne si occupano dei lavori pesanti, come per esempio portare manualmente i cordoli: ecco un paese dove l'emancipazione non è soltanto uno slogan.
 
Dopo qualche giorno trascorso in Cina, ho preso un treno notte per andare in Tibet. La cosa curiosa che ci vuole un visto per andare là; non è sufficiente avere il visto cinese che si deve avere per forza. E me l'anno controllato almeno 4 volte. Il treno viaggia 24 ore e sfiora la quota di 6000 m in altezza. All'interno delle cuccette ci sono dei tubicini per l'ossigeno. Per quelli che stanno male c'è una bombola dalla quale fuoriescono dei tubi che ti infilano nel naso. L'anno applicato ad un passeggero che si è sentito male; appena si è ripreso, ha accesso una sigaretta. Nelle carrozze sono disposti anche i lavandini. Peccato che nessuno gli usa per lavarsi. Se ho capito bene, l'usanze locali dicono che quando passi accanto devi sputare dentro, possibilmente in modo rumoroso, così che tutti sappiano che hai rispettato la tradizione. 
 
Sono arrivato a Lhasa, si trova a 3700 m, con un mal di testa e un po' di nausea – dicono che sia normale vista la bassa pressione d'aria e poco ossigeno. Dopo un paio di giorni stavo già bene ma il nemico numero uno erano le scale; fai un piano e ti sembra di aver scalato Mt. Everest. Anche il parlare porta via tante energie perciò si limita la comunicazione al minimo – devo portare là più spesso mia moglie. Il pezzo forte sono i bagni pubblici. Alcuni anno la turca, ma altri un semplice buco nel pavimento che continua con un buco più grande. E dentro c'è tutta la storia del popolo tibetano: puoi vedere cosa anno mangiato, bevuto come hanno digerito, se riesci a trattenerti abbastanza a lungo. In alcuni casi ci sono delle porte, ma nessuno pensa a chiuderle. In altri c'è un piccolo muretto tra due buchi e così, se si vuole, si può comunicare con il vicino mentre si espleta. 
 
Ma Tibetani non mi sembrano molto socievoli; anziché comunicare, sono tutti accovacciati con un cellulare in mano, mandando messaggi a chi sa chi – in effetti, questa è la comunicazione. Nella zona del urinatoio mi sono trovato nelle situazioni molto stretta, spalla a spalla, per non dire coso a coso. In un momento mi è quasi venuto a chiedere il mio vicino se me lo può tenere per un momento per liberarmi le mani ed accendere un sigaretta. Anche in questo paese Asiatico quasi da per tutto è vietato fumare, ma la gente se ne infischia e nessuno dice niente. 
Settimana scorsa sono tornato da un viaggio esotico di 2 settimane. La meta era Cina e Tibet. Arrivato all'aeroporto di Pechino la mia prima necessità era cambiare un po' di valuta. Scopro che sono ladri come noi: la differenza tra la quota di acquisto e vendita, cosiddetto spread, è superiore al 10%, come risulta anche nei tutti gli uffici di cambio in Italia. Nei paesi onesti andiamo su uno, massimo due percento. L'altra scoperta è che là ci sono più Cinesi che a Milano,sono oltre un miliardo. La città è invece inquinatissima e tante persone portano le mascherine da chirurgo e sembrano dei terroristi che nascondono propria identità alle autorità. Taxi costa poco ed anche i ristoranti sono più che abbordabili, ma nei chioschi per le strade una lattina di birra costa 3 euro e ha metà dell'alcool che si trova da noi.
 
Non conosco i dati ufficiali, ma non dovrebbero avere dei problemi di disoccupazione. Forse non sono tra gli stati più produttivi del mondo, ma lavorano tutti. Accanto alle scale mobili della metro c'è sempre seduto un impiegato, nella sua bella divisa che controlla il funzionamento, oppure dorme. Per cambiare 5 metri di cordolo su una strada ci vogliono circa una ventina di persone. I lavori di precisione fanno gli uomini mentre le donne si occupano dei lavori pesanti, come per esempio portare manualmente i cordoli: ecco un paese dove l'emancipazione non è soltanto uno slogan.
 
Dopo qualche giorno trascorso in Cina, ho preso un treno notte per andare in Tibet. La cosa curiosa che ci vuole un visto per andare là; non è sufficiente avere il visto cinese che si deve avere per forza. E me l'anno controllato almeno 4 volte. Il treno viaggia 24 ore e sfiora la quota di 6000 m in altezza. All'interno delle cuccette ci sono dei tubicini per l'ossigeno. Per quelli che stanno male c'è una bombola dalla quale fuoriescono dei tubi che ti infilano nel naso. L'anno applicato ad un passeggero che si è sentito male; appena si è ripreso, ha accesso una sigaretta. Nelle carrozze sono disposti anche i lavandini. Peccato che nessuno gli usa per lavarsi. Se ho capito bene, l'usanze locali dicono che quando passi accanto devi sputare dentro, possibilmente in modo rumoroso, così che tutti sappiano che hai rispettato la tradizione. 
 
Sono arrivato a Lhasa, si trova a 3700 m, con un mal di testa e un po' di nausea – dicono che sia normale vista la bassa pressione d'aria e poco ossigeno. Dopo un paio di giorni stavo già bene ma il nemico numero uno erano le scale; fai un piano e ti sembra di aver scalato Mt. Everest. Anche il parlare porta via tante energie perciò si limita la comunicazione al minimo – devo portare là più spesso mia moglie. Il pezzo forte sono i bagni pubblici. Alcuni anno la turca, ma altri un semplice buco nel pavimento che continua con un buco più grande. E dentro c'è tutta la storia del popolo tibetano: puoi vedere cosa anno mangiato, bevuto come hanno digerito, se riesci a trattenerti abbastanza a lungo. In alcuni casi ci sono delle porte, ma nessuno pensa a chiuderle. In altri c'è un piccolo muretto tra due buchi e così, se si vuole, si può comunicare con il vicino mentre si espleta. 
 
Ma Tibetani non mi sembrano molto socievoli; anziché comunicare, sono tutti accovacciati con un cellulare in mano, mandando messaggi a chi sa chi – in effetti, questa è la comunicazione. Nella zona del urinatoio mi sono trovato nelle situazioni molto stretta, spalla a spalla, per non dire coso a coso. In un momento mi è quasi venuto a chiedere il mio vicino se me lo può tenere per un momento per liberarmi le mani ed accendere un sigaretta. Anche in questo paese Asiatico quasi da per tutto è vietato fumare, ma la gente se ne infischia e nessuno dice niente. 
 

 

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Il lupo dei mari

02.05.2021 17:41
Qualche mese fa passeggiavo in centro di Milano e così per caso sono entrato in una viuzza, dove si respira ancora l'aria della vecchia città medioevale. C'era una libreria che aveva esposto un'insegna che indicava una svendita totale per la chiusura; ci sono troppi esercizi che chiudono in questi tempi, specialmente quelli piccoli, spesso gestiti dalla gente appassionata e molto competente in materia ma che fa fatica a competere con i grandi del settore. Tutti i libri erano al 50% e ho iniziato a sfogliarli. Tantissimi vecchi, definibili come classici, una collezione davvero fantastica. Sono uscito fuori con 4 opere, pagando tutto sui 30 euro. Il primo, scritto da Jack London,  ho cominciato a leggere subito, in treno che mi portava a casa. La prefazione parla dello scrittore e ho rinnovato le mie conoscenze sulla sua vita e le sue opere letterarie.
 
Era una persona molto dinamica e ha vissuto una vita piena di avventure, riuscendo anche ad ottenere il rispetto del pubblico durante la sua vita, guadagnando, ed altrettanto sprecando, tantissimi soldi. Dalle stalle alle stelle, un affermazione del sogno americano dove ognuno può diventare qualcuno che conta, e lui è riuscito pienamente. Nato in una famiglia povera, con un'infanzia problematica, la sua intelligenza, che molti dicono sia stata straordinaria, ha vissuto una vita piena, facendo tanti mestieri e tante fatiche per andare avanti. La sua necessità e capacità di scrivere gli ha aperto gli orizzonti e le librerie di tutto il mondo ed oggi è sicuramente uno dei più conosciuti scrittori americani.
 
Il personaggio del suo libro racconta gli eventi in prima persona. Dopo aver preso un battello nella bai di San Francisco, per tornare a casa, capita che il natante viene urtato da un'altra nave e lui, non sapendo nuotare, quasi annega. Lo salva un veliero che è partito verso Pacifico per la caccia alle foche ed il capitano non ha nessuna intenzione di portarlo indietro. Così è costretto a rimanere al bordo dove svolge le varie mansioni durante la sua avventura, partendo da un semplice mozzo ed arrivando a coprire il ruolo del secondo ufficiale. 
 
Ma il vero protagonista è il capitano della galeotta, Lupo Larsen, uno scandinavo che si ha fatto la strada da solo, partendo da niente. Molto astuto, intelligente, pieno della forza vitale, guarda alla vita in un modo molto pratico: bisogna prima di tutto sopravivere, e dopo farsi la strada verso successo da soli, senza porsi tante domande. Per lui le leggi della natura e gli istinti sono quelli che comandano la razza umana, partendo dalla regola che il più forte domina quello più debole. Tra loro due nascono delle disunioni filosofiche sulla vita materiale e spirituale, religione e vari comportamenti degli esseri umani. I confronti sono sempre vinti dal capitano in quanto le sue affermazioni sono molto semplici e pratiche.
 
Alla fine della storia, il capitano muore, ma non si converte nemmeno prima di questo evento. A metà del libro, pieno di colpi di scena, entra sulla scena una donna, ed il protagonista si innamora, con un amore platonico, non espresso fino alla fine del libro. Ma il finale è alla grande, come si faceva una volta e gli innamorati finiscono in un profondo abbraccio. Scritto molto bene, molto diverso rispetto ai testi moderni, il romanzo ci porta nei tempi passati, quando le persone erano molto diverse e vivevano una vita decisamente più dedicata ai bisogni primari della razza umana e dove l'ipocrisia non faceva la parte del tessuto societario come succede nei giorni odierni, specialmente qui da noi.
 
Ieri era la festa dei lavoratori, cioè il primo magio. Faccio un sincero augurio a tutti i lavoratori, me incluso, augurando prima di tutto fine di questa pandemia e ritorno alla normalità per quanto riguarda il lavoro stesso, e dopo anche tutto il resto.
Qualche mese fa passeggiavo in centro di Milano e così per caso sono entrato in una viuzza, dove si respira ancora l'aria della vecchia città medioevale. C'era una libreria che aveva esposto un'insegna che indicava una svendita totale per la chiusura; ci sono troppi esercizi che chiudono in questi tempi, specialmente quelli piccoli, spesso gestiti dalla gente appassionata e molto competente in materia ma che fa fatica a competere con i grandi del settore. Tutti i libri erano al 50% e ho iniziato a sfogliarli. Tantissimi vecchi, definibili come classici, una collezione davvero fantastica. Sono uscito fuori con 4 opere, pagando tutto sui 30 euro. Il primo, scritto da Jack London,  ho cominciato a leggere subito, in treno che mi portava a casa. La prefazione parla dello scrittore e ho rinnovato le mie conoscenze sulla sua vita e le sue opere letterarie.
 
Era una persona molto dinamica e ha vissuto una vita piena di avventure, riuscendo anche ad ottenere il rispetto del pubblico durante la sua vita, guadagnando, ed altrettanto sprecando, tantissimi soldi. Dalle stalle alle stelle, un affermazione del sogno americano dove ognuno può diventare qualcuno che conta, e lui è riuscito pienamente. Nato in una famiglia povera, con un'infanzia problematica, la sua intelligenza, che molti dicono sia stata straordinaria, ha vissuto una vita piena, facendo tanti mestieri e tante fatiche per andare avanti. La sua necessità e capacità di scrivere gli ha aperto gli orizzonti e le librerie di tutto il mondo ed oggi è sicuramente uno dei più conosciuti scrittori americani.
 
Il personaggio del suo libro racconta gli eventi in prima persona. Dopo aver preso un battello nella bai di San Francisco, per tornare a casa, capita che il natante viene urtato da un'altra nave e lui, non sapendo nuotare, quasi annega. Lo salva un veliero che è partito verso Pacifico per la caccia alle foche ed il capitano non ha nessuna intenzione di portarlo indietro. Così è costretto a rimanere al bordo dove svolge le varie mansioni durante la sua avventura, partendo da un semplice mozzo ed arrivando a coprire il ruolo del secondo ufficiale. 
 
Ma il vero protagonista è il capitano della galeotta, Lupo Larsen, uno scandinavo che si ha fatto la strada da solo, partendo da niente. Molto astuto, intelligente, pieno della forza vitale, guarda alla vita in un modo molto pratico: bisogna prima di tutto sopravivere, e dopo farsi la strada verso successo da soli, senza porsi tante domande. Per lui le leggi della natura e gli istinti sono quelli che comandano la razza umana, partendo dalla regola che il più forte domina quello più debole. Tra loro due nascono delle disunioni filosofiche sulla vita materiale e spirituale, religione e vari comportamenti degli esseri umani. I confronti sono sempre vinti dal capitano in quanto le sue affermazioni sono molto semplici e pratiche.
 
Alla fine della storia, il capitano muore, ma non si converte nemmeno prima di questo evento. A metà del libro, pieno di colpi di scena, entra sulla scena una donna, ed il protagonista si innamora, con un amore platonico, non espresso fino alla fine del libro. Ma il finale è alla grande, come si faceva una volta e gli innamorati finiscono in un profondo abbraccio. Scritto molto bene, molto diverso rispetto ai testi moderni, il romanzo ci porta nei tempi passati, quando le persone erano molto diverse e vivevano una vita decisamente più dedicata ai bisogni primari della razza umana e dove l'ipocrisia non faceva la parte del tessuto societario come succede nei giorni odierni, specialmente qui da noi.
 
Ieri era la festa dei lavoratori, cioè il primo magio. Faccio un sincero augurio a tutti i lavoratori, me incluso, augurando prima di tutto fine di questa pandemia e ritorno alla normalità per quanto riguarda il lavoro stesso, e dopo anche tutto il resto.

 

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Il controllo è mio

06.11.2020 18:30
Dopo 200 metri, la meta si è fatta vedere nella sagoma di un muro verticale – una piastrina luminosa indicava la posizione delle porta che si è mossa liberamente davanti a lui. Dall'altra parte tutto cambiava l'aspetto: l'illuminazione era normale e riscopriva tutti i dettagli più piccoli della sala occupata dalle apparecchiature accecanti, la cattedrale è scomparsa ed a lasciato posto alla scienza e tecnologia. Con uno sguardo esamina l'insieme delle istallazioni e dopo in un modo sistematico indaga le console nelle quali i trasformatori di energia facevano la loro danza silenziosa. L'identificazione dell'attrezzatura non gli dava alcun problema; era pressoché uguale a quella presente nella sua navicella spaziale, soltanto si distingueva nella grandezza.
 
L'oggetto che ha attirato per primo la sua attenzione era un serbatoio di petrolio, piuttosto piccolo di circa 100 litri. Il valore del suo contenuto sul mercato forex https://www.forex-internet.com/forexonline/ sarebbe sicuramente superiore ad un milione di dollari. Da tanto tempo che il petrolio non rappresentava più una fonte di energia, ma ancora oggi era necessario per sintetizzare varie miscele chimiche. Con l'esaurimento delle sue scorte, anche il prezzo è cresciuto a dismisura ed è diventato più costoso di oro.
 
Alan ha riconosciuto il generatore principale, unico veramente attivo in quanto radiava l'energia verso il castello. Su entrambi i lati erano disposti i blocchi ausiliari, ma tutti erano spenti. Erano presenti anche i vari trasmettitori dei campi dinamico gravitazionali che erano in uso soltanto durante il volo, per neutralizzare la massa della nave e permettere lo salto nell'iper spazio. Sulla terra non servivano più per niente. Dopo aver esaminato le scale ed i controlli relativi a questa parte dell'attrezzatura, mette le mani sulla tastiera ed inizia a digitare. Il suo viso si trasforma e la sua faccia mostra un sorriso di contentezza: i 4 decenni di abbandono sembrano non aver influenzato la funzionalità e l'integrità delle apparecchiature e tutti i collegamenti rispondevano in modo veloce e nitido.
 
Sul lato della consola principali scopre quello che cercava: in un contenitore si trovavano due oggetti identici, due cassettine grigie lunghe circa una spanna. Prende una in mano sentendo la sua superficie liscia ed inizia a battere sopra con un dito finché non si apre un lato. In vista erano una ventina di tasti ed altrettante scale semicircolari, di color rosso-verde. Era il trasmettitore dei telecomandi della centrale. Secondo le dimensioni del contenitore dovevano essere disposti 4 pezzi, ma era ovvio che altri due erano nel castello e che questi, qui presenti erano di riserva. Apre il pannello sottostante che conteneva gli utensili per la manutenzione ed inizia prima ad apportare le modifiche al telecomando e dopo ad una serie di cavi ed interruttori che si trovavano nella consola. Passati 20 minuti, il suo viso si riaccende ancora in un'espressione di contentezza: da ora in poi Dan e Farago potevano tenere liberamente i suoi trasmettitori che non avranno più alcuna utilità.
 
Tutte le frequenze dei relè erano modificate e potranno essere modulate soltanto da lui che potrà fermare o riavviare i generatori secondo il suo piacimento. Ha fatto subito una prova senza comunque modificare niente nell'attuale produzione dell'energia. Dai quattro raggi invisibili, indirizzati così di formare con la loro somma un campo che inviluppa la nave, ha attivato uno solo, quello che irraggiava verso l'alto, collegando ad esso tutte le risorse a disposizione. Dall'esterno non sarà notabile alcuna modifica perché non agisce orizzontalmente. Unico fatto misurabile era il peso della navetta che adesso era più grande in quanto si sommava la pozione della forza antigravitazionale indirizzata verso alto.
 
Portando con sé il telecomando, Alan ha lasciato il centrale tornando con la stessa via fino alla porta d'ingresso. L'ha chiusa ermeticamente ed ha alzato lo sguardo verso le stelle che occupavano il cielo. Si sentiva contento, come un operaio che ha fatto bene il proprio lavoro. Da questo mento, il controllo della comunità umana su questo pianta non apparteneva più al castello, ma a lui.
Dopo 200 metri, la meta si è fatta vedere nella sagoma di un muro verticale – una piastrina luminosa indicava la posizione delle porta che si è mossa liberamente davanti a lui. Dall'altra parte tutto cambiava l'aspetto: l'illuminazione era normale e riscopriva tutti i dettagli più piccoli della sala occupata dalle apparecchiature accecanti, la cattedrale è scomparsa ed a lasciato posto alla scienza e tecnologia. Con uno sguardo esamina l'insieme delle istallazioni e dopo in un modo sistematico indaga le console nelle quali i trasformatori di energia facevano la loro danza silenziosa. L'identificazione dell'attrezzatura non gli dava alcun problema; era pressoché uguale a quella presente nella sua navicella spaziale, soltanto si distingueva nella grandezza.
 
L'oggetto che ha attirato per primo la sua attenzione era un serbatoio di petrolio, piuttosto piccolo di circa 100 litri. Il valore del suo contenuto sul mercato forex sarebbe sicuramente superiore ad un milione di dollari. Da tanto tempo che il petrolio non rappresentava più una fonte di energia, ma ancora oggi era necessario per sintetizzare varie miscele chimiche. Con l'esaurimento delle sue scorte, anche il prezzo è cresciuto a dismisura ed è diventato più costoso di oro.
 
Alan ha riconosciuto il generatore principale, unico veramente attivo in quanto radiava l'energia verso il castello. Su entrambi i lati erano disposti i blocchi ausiliari, ma tutti erano spenti. Erano presenti anche i vari trasmettitori dei campi dinamico gravitazionali che erano in uso soltanto durante il volo, per neutralizzare la massa della nave e permettere lo salto nell'iper spazio. Sulla terra non servivano più per niente. Dopo aver esaminato le scale ed i controlli relativi a questa parte dell'attrezzatura, mette le mani sulla tastiera ed inizia a digitare. Il suo viso si trasforma e la sua faccia mostra un sorriso di contentezza: i 4 decenni di abbandono sembrano non aver influenzato la funzionalità e l'integrità delle apparecchiature e tutti i collegamenti rispondevano in modo veloce e nitido.
 
Un torrente è fuori controllo
 
Sul lato della consola principali scopre quello che cercava: in un contenitore si trovavano due oggetti identici, due cassettine grigie lunghe circa una spanna. Prende una in mano sentendo la sua superficie liscia ed inizia a battere sopra con un dito finché non si apre un lato. In vista erano una ventina di tasti ed altrettante scale semicircolari, di color rosso-verde. Era il trasmettitore dei telecomandi della centrale. Secondo le dimensioni del contenitore dovevano essere disposti 4 pezzi, ma era ovvio che altri due erano nel castello e che questi, qui presenti erano di riserva. Apre il pannello sottostante che conteneva gli utensili per la manutenzione ed inizia prima ad apportare le modifiche al telecomando e dopo ad una serie di cavi ed interruttori che si trovavano nella consola. Passati 20 minuti, il suo viso si riaccende ancora in un'espressione di contentezza: da ora in poi Dan e Farago potevano tenere liberamente i suoi trasmettitori che non avranno più alcuna utilità.
 
Tutte le frequenze dei relè erano modificate e potranno essere modulate soltanto da lui che potrà fermare o riavviare i generatori secondo il suo piacimento. Ha fatto subito una prova senza comunque modificare niente nell'attuale produzione dell'energia. Dai quattro raggi invisibili, indirizzati così di formare con la loro somma un campo che inviluppa la nave, ha attivato uno solo, quello che irraggiava verso l'alto, collegando ad esso tutte le risorse a disposizione. Dall'esterno non sarà notabile alcuna modifica perché non agisce orizzontalmente. Unico fatto misurabile era il peso della navetta che adesso era più grande in quanto si sommava la pozione della forza antigravitazionale indirizzata verso alto.
 
Portando con sé il telecomando, Alan ha lasciato il centrale tornando con la stessa via fino alla porta d'ingresso. L'ha chiusa ermeticamente ed ha alzato lo sguardo verso le stelle che occupavano il cielo. Si sentiva contento, come un operaio che ha fatto bene il proprio lavoro. Da questo mento, il controllo della comunità umana su questo pianta non apparteneva più al castello, ma a lui.
 

 

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Telepatia

25.07.2020 20:27
Non conto più i giorni da quando sono approdato in questo laboratorio, così inaspettatamente nel mezzo della caverna Markala. Non li conto, in quanto il tempo, per me, non ha più importanza. Lavoro, di nuovo. Questa volta non sono più un ricercatore, sono un allievo. Uno attento, di fronte ad un maestro per il quale, a volte, penso sia pazzo. Anche se rimango di questa opinione, i suoi risultati sono sorprendenti nel campo della telepatia applicata. Ora, sono in grado di esprimermi con la sola forza del pensiero. Per prima cosa, Zig mi insegna come difendermi dalle distrazioni. Come difendere la mia mente. Da ora in poi sarò perfettamente in grado di superare qualsiasi esperto proveniente da Psi-pol. Attacca senza un avvertimento ma io respingo quasi sempre le sue incursioni mentali. Da un po' di tempo sono anche in grado di contro attaccare. Con una buona dose di aggressività. Zig però non mi lascia ancora andare troppo oltre. Quando sente che sono riuscito a superare le sue protezioni mentali, è soddisfatto di cogliere in me il suo significato generale. Senza entrare nei dettagli. Non saprò mai con certezza chi sia davvero Zig anche se, sono convinto che sia degno di governare un popolo. Abbiamo appena iniziato con il nostro divertimento preferito, una specie di duello mentale dove tutti i colpi sono concessi. In questo gioco, il solitario da Markala prende sempre punti e io sono sicuro che non usa tutte le sue capacità. Questa volta ha usato i miei ricordi personali per vincere. 
- E' sufficiente - dice con dolcezza. Si rilassi, Michael.
 
Improvvisamente, ho sentito un indescrivibile desiderio di fargliela pagare. Per i ricordi spiacevoli che sono riemersi, dal buio della mia mente. Si trattava di una delle strategie di Zig, controllare il mio grado di resistenza. Non mi devo arrabbiare con lui. Si alza dalla sua poltrona. 
- Lei è pronto Michael. Ho fatto tutto quello che ho potuto per prepararla. Resta sempre della sua decisione di andare fino a là?
 
Lui conosce già la risposta ma vuole sentirmelo dire.
- Prima vado meglio è, Zig.
- Allora vada Michael Moore.
 
La sua voce, per un istante soltanto, ha tremato. So bene come si sente. Del resto, sono entrato nei suoi pensieri molte volte e ho la piena consapevolezza del nostro legame.
- Michael, lei sa cosa deve fare, giusto?
- Sì Zig. Farò di tutto per riuscirci.
- Lei deve farcela, insiste Zig. Il nemico è vicino alla conquista del suo obiettivo. Sono numerosi gli Amkor presenti su quella maledetta isola. Deve scoprire il loro segreto. Deve!
 
Zig tira fuori un piccolo oggetto di metallo.
- Michael, sarà sufficiente sfiorare l'oggetto con un dito per farlo aprire. Si trasformerà in energia pura. Aspetta soltanto di essere toccata.
 
Penso a Zvilia con tutte le mie forze. Se le previsioni del vecchio Zig si rivelassero esatte, sarò io ora in grado di visitare quelli che sono capaci di fare letteralmente impazzire gli esseri umani. Per sempre. All'incontrario di quello che solitamente accade in un tempo normale, quando le vittime vengono toccate da Amkor, nel mio caso l'effetto sarà temporaneo. E, debole. Almeno è quello che spero. Nel momento in cui toccherò il piccolo oggetto metallico inizierò questa mia nuova esperienza. Sembrerò un pazzo. Di pazzi ne ho visti tanti. Purtroppo. Spero tanto che il vecchio solitario di Markala non si sia sbagliato. Devo avere fiducia e ricordarmi se avesse ragione, io potrò finalmente approdare sulla maledetta isola. Con la piena capacità della mia mente. Quasi, piena. Questa volta, il loro mondo non mi respingerà come è accaduto quando ho tentato di avvicinarmi e sorprendere l'essere misterioso che governa l'isola.
- Addio, Zig. Non ci vedremo più, vero?
 
Lui sa che io so. Ha usato le sue ultime forze per insegnarmi come gestire la mente. Gli resta forza sufficiente, per un altro grande sforzo soltanto. Il solitario di Markala si sta preparando per morire. Portare il suo segreto nella tomba. Non saprò mai chi era veramente. Forse non ne ho il diritto. 
- Buona fortuna, Michael. Resisterò ancora. Per aiutarla. Trasferirle l'energia che sarà preziosa per il suo scopo. 
 
Userò la mia energia. Tutto quello che mi è rimasto. Per salvare miliardi di esseri umani. Improvvisamente, con il dito tocco il piccolo oggetto metallico.
Non conto più i giorni da quando sono approdato in questo laboratorio, così inaspettatamente nel mezzo della caverna Markala. Non li conto, in quanto il tempo, per me, non ha più importanza. Lavoro, di nuovo. Questa volta non sono più un ricercatore, sono un allievo. Uno attento, di fronte ad un maestro per il quale, a volte, penso sia pazzo. Anche se rimango di questa opinione, i suoi risultati sono sorprendenti nel campo della telepatia applicata. Ora, sono in grado di esprimermi con la sola forza del pensiero. Per prima cosa, Zig mi insegna come difendermi dalle distrazioni. Come difendere la mia mente. Da ora in poi sarò perfettamente in grado di superare qualsiasi esperto proveniente da Psi-pol. Attacca senza un avvertimento ma io respingo quasi sempre le sue incursioni mentali. Da un po' di tempo sono anche in grado di contro attaccare. Con una buona dose di aggressività. Zig però non mi lascia ancora andare troppo oltre. Quando sente che sono riuscito a superare le sue protezioni mentali, è soddisfatto di cogliere in me il suo significato generale. Senza entrare nei dettagli. Non saprò mai con certezza chi sia davvero Zig anche se, sono convinto che sia degno di governare un popolo. Abbiamo appena iniziato con il nostro divertimento preferito, una specie di duello mentale dove tutti i colpi sono concessi. In questo gioco, il solitario da Markala prende sempre punti e io sono sicuro che non usa tutte le sue capacità. Questa volta ha usato i miei ricordi personali per vincere. 
- E' sufficiente - dice con dolcezza. Si rilassi, Michael.
 
Improvvisamente, ho sentito un indescrivibile desiderio di fargliela pagare. Per i ricordi spiacevoli che sono riemersi, dal buio della mia mente. Si trattava di una delle strategie di Zig, controllare il mio grado di resistenza. Non mi devo arrabbiare con lui. Si alza dalla sua poltrona. 
- Lei è pronto Michael. Ho fatto tutto quello che ho potuto per prepararla. Resta sempre della sua decisione di andare fino a là?
 
Lui conosce già la risposta ma vuole sentirmelo dire.
- Prima vado meglio è, Zig.
- Allora vada Michael Moore.
 
La sua voce, per un istante soltanto, ha tremato. So bene come si sente. Del resto, sono entrato nei suoi pensieri molte volte e ho la piena consapevolezza del nostro legame.
- Michael, lei sa cosa deve fare, giusto?
- Sì Zig. Farò di tutto per riuscirci.
- Lei deve farcela, insiste Zig. Il nemico è vicino alla conquista del suo obiettivo. Sono numerosi gli Amkor presenti su quella maledetta isola. Deve scoprire il loro segreto. Deve!
 
Zig tira fuori un piccolo oggetto di metallo.
- Michael, sarà sufficiente sfiorare l'oggetto con un dito per farlo aprire. Si trasformerà in energia pura. Aspetta soltanto di essere toccata.
 
Penso a Zvilia con tutte le mie forze. Se le previsioni del vecchio Zig si rivelassero esatte, sarò io ora in grado di visitare quelli che sono capaci di fare letteralmente impazzire gli esseri umani. Per sempre. All'incontrario di quello che solitamente accade in un tempo normale, quando le vittime vengono toccate da Amkor, nel mio caso l'effetto sarà temporaneo. E, debole. Almeno è quello che spero. Nel momento in cui toccherò il piccolo oggetto metallico inizierò questa mia nuova esperienza. Sembrerò un pazzo. Di pazzi ne ho visti tanti. Purtroppo. Spero tanto che il vecchio solitario di Markala non si sia sbagliato. Devo avere fiducia e ricordarmi se avesse ragione, io potrò finalmente approdare sulla maledetta isola. Con la piena capacità della mia mente. Quasi, piena. Questa volta, il loro mondo non mi respingerà come è accaduto quando ho tentato di avvicinarmi e sorprendere l'essere misterioso che governa l'isola.
- Addio, Zig. Non ci vedremo più, vero?
 
Lui sa che io so. Ha usato le sue ultime forze per insegnarmi come gestire la mente. Gli resta forza sufficiente, per un altro grande sforzo soltanto. Il solitario di Markala si sta preparando per morire. Portare il suo segreto nella tomba. Non saprò mai chi era veramente. Forse non ne ho il diritto. 
- Buona fortuna, Michael. Resisterò ancora. Per aiutarla. Trasferirle l'energia che sarà preziosa per il suo scopo. 
 
Userò la mia energia. Tutto quello che mi è rimasto. Per salvare miliardi di esseri umani. Improvvisamente, con il dito tocco il piccolo oggetto metallico.
 

 

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Una giornata no

08.01.2020 14:59

Mi sono alzato un'ora prima del solito. Sono uscito da casa e ho imboccato la strada che porta alla stazione ferroviaria. Erano 7 di mattino, ma l'afa milanese si già sentiva. Sudo molto e pertanto non ho preso il cappello per proteggermi da sole. Una volta arrivato a Milano mi aspettava una camminata di 20 minuti. Finalmente sono arrivato alla destinazione voluta: la stazione di polizia. La mia metà era ufficio multe. Sono rimasto piacevolmente sorpreso quando ho costatato che non c'era alcuna fila. Due persone davanti a me. La signora dello sportello prima mi ha chiesto di riempire il modulo e dopo mi ha dato il numero di attesa. Non sono passati nemmeno 5 minuti ed ero già seduto davanti ad una signora, poliziotta. Sui 35 anni, molto carina. Questa prima parte della mia esposizione dovevo per forza revisionare sulla richiesta della mia moglie. La prima versione era troppo coinvolgente. Spero che questa vada bene.


Signora, mi avete inviato due multe per la stessa infrazione. Tiro fuori due verbali e le due foto scattate dalle camere automatiche. Sono entrato in una corsia riservata ai mezzi pubblici, cioè autobus e taxi. Ho tirato fuori la cartina per mostrare fisicamente cosa è successo. Entrando ho fatto scattare la prima camera che ha prodotto la prima multa. Niente da dire, sono colpevole. In effetti questa prima multa è arrivata una settimana fa e avevo già pagato l'importo richiesto, quello scontato se paghi entro 5 giorni. Ovviamente, una volta entrata nella corsia riservata ho proseguito per circa 150 metri fino al punto dove tale corsia termina. Alla fine del tragitto altra camera ha scattato la foto, esattamente 24 secondi dopo la prima. Ed ecco la seconda multa, arrivata questa settimana. Sono venuto qui per annullarla. Due multe per la stessa infrazione. Questa seconda camera, in uscita, esiste perché c'è un'altra strada dalla quale si può accedere alla corsia preferenziale. Per questo esistono due.


Signora, con un bellissimo sorriso e tanta gentilezza, mi spiega che non mi può annullare la multa. Ma signora, se entro nella zona riservata, devo anche uscire; non è giusto che mi fatte pagare due volte. Lei mi risponde che non dovevo nemmeno entrare. D'accordo, spiego, ho pagato la prima multa per il mio errore, ma seconda non è giusta. Le faccio vedere anche un articolo della legge che chiarisce che non si possono dare due sanzioni per la stessa infrazione (mi sono preparato per l'incontro consultando Internet, e non sono l'unico che ha avuto questo problema). La risposta è uguale: Lei non doveva entrare. Cerco di fare il discorso anche in un altro modo, ma il responso non cambia; come un disco guasto. Ho capito che non ci arrivo da nessuna parte.


Pongo una nuova domanda: se faccio ricorso al prefetto, quante possibilità ho di vincere. Pochissime, mi risponde lei. Si va male, alla fine mi tocca a pagare la multa raddoppiata. Alla fine mi spiega che se vado dal giudice di pace, avrò più possibilità per spuntarla. Ma al giudice occorre pagare 40 e qualcosa euro e la multa è di 72 euro. Sto zitto qualche minuto cercando di pensare e di prendere la decisine su cosa fare. Decido di lasciar perdere e saluto la poliziotta che adesso mi sembrava meno carina. Mi reco presso la cassa e pago la multa. L'unica consolazione è che ho risparmiato 1,50 euro che avrei pagato in posta. Ogni tanto si parla che il comune fa la cassa con le multe. Non ci credevo molto; gente si lamenta sempre, anche quando ha torto marcio. Ma il mio caso potrebbe confermare il fatto che il comune non è tra i più onesti dei giocatori di questa vita.


Arrivo in ufficio e racconto la storia ai colleghi. Nel pomeriggio entra in ufficio il capo e ci comunica che la settimana prossima parte il trasloco locale; si allarga il nostro ufficio che dobbiamo lasciare ad altre persone e noi ci spostiamo in un altro. La cosa era già conosciuta ma ecco una brutta sorpresa: andiamo in un ufficio che non ci piace. Prima ci era promesso un altro, molto più carino. Il capo fa finta di non ricordarsi dell'accordo precedente. Tira fuori degli argomenti insostenibili per farci capire che ha fatto una decisine giusta e che noi staremo da dio nel nuovo posto. Gli dico in modo esplicito che non mi può dire lui quello che mi piace di più e dove mi sentirò meglio. Il mio collega inizia a tirare fuori dei contro argomenti, altrettanto insostenibili come quelli del capo. Tanta frustrazione, perché il capo vince sempre. Mi sento molto deluso per il fatto che non siamo stati considerati per niente. Lui ha fatto favore ad altri e noi semplicemente subbiamo la decisione. Menziono che noi due siamo i più vecchi del gruppo e pensavamo di meritarci qualcosa in più in una occasione simile.


Ma la giornata nera non finisce qui. Torno a casa e trovo bollettino di TIM. Un mese fa sono passato da un altro provider in quanto ero molto insoddisfatto dal trattamento economico riservatomi da Telecom. Mi mandano il conto di chiusura di contratto: 90 euro. Auguri. Ma tutta l'Italia deve vivere sulle spese mie? Guardate che non sono ricco io. Rallentate un po' la presa.

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Dentro il tunnel

01.07.2019 12:28

Quando leggo il post precedente, capisco che stavo in una fase positiva. Adesso direi che siamo dentro, fino al collo, e non si vede niente. Non posso non menzionare una battuta. Tunnel si dice anche galleria. Vi ricordate che qualche mese fa sono finiti in manette alcuni direttori dei lavori della nuova tratta di alta velocità ferroviaria che si sta costruendo tra Milano e Genova. Il percorso è in buona parte dentro le gallerie, vista l'area montagnosa. Allora, quando sono stati arrestati i tizi precedentemente menzionati si è sentita la battuta: sono usciti dalla galleria e sono andati dritto nella galera. Un po' di umorismo ci serve per sdrammatizzare la realtà cruda; questa ogni giorno sembra sempre più buia.


Pochi giorni fa, per convenzione, siamo entrati nell'anno nuovo. Finisce con il numero 17, non considerato tra i più fortunati. Come sarà? Prima previsione che ho sentito ascoltando la radio mentre tornavo dalla vacanza citava Nostradamus. Quelli che lo interpretano, perché i testi sono tutti indovinelli, sostengono che il nostro pianeta avrà un incontro con un grande corpo celeste. Tradotto, ci sarebbe una grande catastrofe al livello globale. Credeteci? Io mica tanto, ma non mi sciocca più niente. Dall'altra parte delle catastrofi naturali in Italia ci siamo quasi abituati. Le serie infinita dei terremoti ha piegato l'ottimismo del quali ci siamo sempre vantati. Anche l'inizio di quest'anno ci ha portato la neve e le temperature basse. Sottolineo che l'attributo polari, che i media adorano, è del tutto inappropriato.


Oggi mi mangiavo la mia cotoletta per il pranzo ed ascoltavo la radio. La disoccupazione ancora in crescita. Suona contradittorio; la crescita di norma è una cosa positiva, ma non in questo caso. C'è anche un notevole aumento dei poveri assoluti; siamo quasi a 5 milioni di persone, secondo le statistiche ufficiali. I due dati sono strettamente collegati: poco lavoro, tanta povertà. Noi italiani siamo sempre stati considerati, in quanto eravamo davvero così, i creativi. E' possibile che nessuno in questo paese riesce a ingegnare qualcosa di intelligente per tirarci fuori da questa situazione? Una trovata sistematica che ci fa ripartire. Non sono economista, ma quando sento le misure del governo per aumentare l'occupazione mi si raddrizzano i capelli (magari li avessi). Incentivi per le assunzioni e detassazione dei nuovi posti di lavoro. Tutta roba che pesa sulle casse dello stato, cioè sul portafoglio mio. Si tratta di passare i soldi da un cittadino all'altro. Il passaggio viene tramite un terzo cittadino, quello ricco che possiede l'impresa, ed una bella parte del gruzzolo rimane a lui.


Non c'è la faccio più a dare una mano ai ricchi. Qualcuno ha deciso che devo salvare anche le banche. Ma perché sempre io? Non sarebbe meglio farle fallire? I proprietari e la dirigenza si sono riempiti le tasche, in modo diretto e indiretto. Quest'ultimo, prestando agli amici (modo di dire) i soldi che non torneranno mai in dietro (perché si condividono tra gli interessati). E io devo pagare. Nemmeno di avere una piccola consolazione vedendo qualcuno di coloro dietro le sbarre! Non è che aiuterebbe le mie finanze, ma almeno mi metterebbero un po' di fumo negli occhi. Sacrifichino una di loro per la gente comune. Farebbero vedere di avere almeno un po' di imbarazzo, ma niente. Si fa tutto sotto il cielo e gli occhi di tutti. Sembra così incredibile che in effetti nessuno ci crede.


Vogliamo parlare dell'aumento delle bollette, dei pedaggi delle autostrade e altri servizi? Un bel regalo per il capodanno: grazie. Dopo sento che è il primo anno dopo 1959 che siamo in deflazione. La deflazione significa la diminuzione dei prezzi, vero? Vi sfido di farmi vedere i prezzi che sono diminuiti. Ah sì, un modello di Ferrari costa 5.000 euro in meno rispetto ad anno scorso. Cavolo, ma li dobbiamo agevolare anche abbassando i prezzi per la merce che comprano? Se trasformassimo tutte le gallerie in Italia (e non sono poche) in galere, i posti a disposizione non riuscirebbero a coprire il fabbisogno. Buoi totale. Ancora!

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Liberi, uguali e furbi

08.01.2018 15:49

Il primo fine settimana di quest'anno, 2018. Sia sabato che domenica mi sono alzato 10 minuti prima delle 11. Fuori faceva buio, non si sentiva una mosca ed anche mia moglie si alzava tardi, un'ora prima di me. Lei è un tipo mattutino (io notturno) e preferisce avere un po' di tempo libero appena svegliata. Si prepara un caffè e si attacca al suo smartphone per vedere cosa succede su facebook, cosa fanno i suoi amici e conoscenti. Dopo arrivo io. Lei prepara un altro caffè per tutti e due ed inizia raccontarmi delle cose che occupano la sua mente. A volte mi interessa, a volte nemmeno un po'. Ma anche in questo secondo caso cerco di sembrare uno che ascolta con attenzione ed ogni tanto faccio anche qualche domanda a proposito del tema. Mi capita di sbagliare la domanda perché in effetti non ascolto il suo racconto, ma mi scuso dicendo di non essere ancora uscito dal sonno.


Quando finisco la bevanda calda e quando la caffeina finalmente raggiunge le mie vene inizio ad essere meno paziente. Ho bisogno di uscire da casa, almeno per poco tempo. Il sabato generalmente si va a fare la spesa nel paese vicino. Là c'è un mercato che accetta i miei buoni pasto. Ne ho accumulati tanti e vanno spesi, se ne scadono. La domenica dipende dall'umore della mia femmina e dalle condizioni metereologiche all'esterno. Ieri era tutto scuro e nuvoloso e lei prediligeva iniziare a preparare il pranzo. Io mi sono fatto una camminata prolungata dopodiché mi sono dedicato allo spezzettino. Un bicchiere di vino rosso mi ha aiutato a fare un pisolino. Ancora la bevanda amara per farmi tornare cosciente. E adesso, cosa faccio? Accendo il televisore.


Ci sono le notizie. Vedo che c'è l'assemblea nazionale dei Liberi e Uguali. Ascolto con attenzione. Forse sono diversi, chissà se portano finalmente la speranza nella nostra vita politica. Si affaccia Grasso sul microfono. Lo deglutirà? No, propone di abolire la tassa universitaria. Bella questa. Interrogo me stesso: ha studiato la strategia di Renzi o gli viene spontaneo. Matteo qualche giorno fa proponeva di sopprimere l'abbonamento RAI. Due proposte uguali tra di loro. Non paghiamo direttamente un servizio che comunque necessità soldi. Pertanto paghiamo in un altro modo. Non ti sfilo soldi dalla tasca dei pantaloni, ma da quella interna della tua giacca. Questo loro chiamano le proposte concrete per migliorare la vita dei cittadini. Grasso dovrebbe essere saggio (avrei qualche dubbio) ma vista l'età gli manca la creatività (che bella rima). Pertanto ruba le idee della gente più giovane e più inventiva.



Metto a confronto le due proposte. Quella di Renzi è sicuramente migliore, per le varie ragioni. Prima di tutto si rivolge ad una decina di milioni degli elettori. Lui non si scomoda per un milioncino, quelli che potrebbero essere interessati a risparmiare sulle tasse universitarie. E no! Ha già provato la strategia di 80 euro che gli ha portato nuovi voti in abbondanza e con la quale è riuscito a vincere le elezioni europee. Mai nessuno ha avuto una percentuale così alta. Ma questa volta gli andrà altrettanto bene? Ne dubito. La gente ha già capito i suoi trucchi e quello con canone non è nemmeno così buono. Può essere tradotto come te lo do e dopo te lo riprendo. Quello precedente era meglio: te lo do e prendo da qualcun altro. Era ingegnoso! Potevi criticarlo quanto vuoi, ma se lui non ammetteva la verità (ed è bravo in questo campo) vinceva lui. Purtroppo per lui, adesso ha anche parecchi nemici interni e questo non giova al suo scopo, di ridiventare il capo supremo della nostra nazione.


Sabato ho sbirciato in streaming qualche partita di calco. Mi sono goduto la vittoria dell'Atalanta contro la Roma; mi piacciono quelli più deboli. Questo è il segno della mia umanità e della mia debolezza. Se voi avanzare nella vita occorre sempre stare con quelli più forti. Tale atteggiamento trovo abbastanza noioso e lo applico raramente. Conosco uno che era molto altruista ma è finito su una croce. Non so che tipo di chiodi hanno usato, ma lui è riuscito da scapare. C'è anche la teoria che dice che è stato aiutato da uno con una lunga barba bianca. Probabilmente per questo noi chiamiamo spesso quel zio per aiutare anche noi. Ma ricordatevi il detto: la fortuna segue quelli coraggiosi.


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Inferno incandescente

12.07.2017 17:19

Molti definirebbero l'attuale periodo incandescente per quanto riguarda le condizioni meteorologiche. L'informazione ufficiale parla delle temperature più elevate negli ultimi 150 anni. Per quelli che vivono a Milano non è una sorpresa e nemmeno troppo differente rispetto agli anni passati. Quando qui inizia a sentirsi l'afa, diventa quasi un inferno. Ho menzionato la parola che mi ha fatto saltare nel cervello un'associazione. Sapevate cosa si intende quando si dice vai a quel paese? Mi sono informato e il paese in questione in effetti è l'inferno. Nel medioevo erano talmente superstiziosi che tale nome non si pronunciava nemmeno. Così è rimasto fino ai giorni nostrani, ma si è perso il significato. Ho fatto la domanda a proposito dell'argomento a tanti amici e colleghi, ma nessuno conosceva la risposta.


Torniamo sul caldo atmosferico. Fino a 3 anni fa vivevo senza condizionatore. Non sapevo dove installarlo. Questo ha provocato tante notti insonne e alcuni litigi con mia moglie. Io soffro di più il caldo e pertanto cercavo sempre di alzare le tapparelle più possibilmente. Di fronte alla finestra della camera da letto non c'è nessuno, pertanto non è un problema. Ma mia moglie non riesce a dormire con tanta luce (sotto, sulla strada, sono presenti dei pali di illuminazione). Così io alzavo e lei abbassava. Quando non riuscivo a dormire mi spostavo nel soggiorno, aprivo la finestra e mi sparavo addosso il flusso del ventilatore.


Tre anni fa la mia moglie si è data da fare (è una donna molto intraprendente) e ha fatto installare l'apparecchio esterno sul ballatoio: non abbiamo un balcone e sulla facciata si è permesso. In effetti, per regolamento condominiale sarebbe vietato metterlo anche sul ballatoio. Io ero contrario per la paura della reazione dei vicini. Ai primi tempo, dopo averlo montato, vivevo con la costante ansia che qualcuno inizi a contestare la posizione ed il rumore che provoca. Proprio per questo ultimo motivo ho speso tanto, scegliendo il modello più silenzioso. E' silenzioso, ma di notte si comunque sente. Oggi si dorme bene anche con le condizioni peggiori e con la moglie litigo meno spesso; lei qualche motivo lo trova, sempre.



L'ulteriore incandescenza si trova nel clima politico. Là bolle sempre, ma quest'anno con l'estato ci siamo avvicinati molto all'inferno. Tutti i giorni qualche nuovo argomento che fa scottare le anime, specialmente di noi votanti. Si parla di tutto in modo strumentale e spesso ci sono anche le vicende "guidate". Qualche giorno fa esce la notizia su tutti i telegiornali che c'è un bagnino di Chioggia a cui piace molto il colore nero. Il giorno dopo nel parlamento si discute un nuova legge antifascista. Sarà un caso? Ma figuriamoci. La giunta di Chioggia è stellata e loro sono contro questa legge. Se qualcuno pensa che si tratti di una coincidenza, gli dico che è ingenuo con una forma di parmigiano. Si tratta di una "coincidenza guidata". Dopo mi faccio un'altra domanda. Il fascismo è stato sconfitto nel 45. Negli anni successivi avere una legge di genere aveva un forte senso. Ma oggi, dopo più di 70 anni serve una cosa di genere? Io direi che si tratta di un diversivo per toglierci il pensiero dai problemi veri della nostra repubblica. Non è l'unico! C'è una marea di altre leggi che si discutono inutilmente. Ius Solis è un eclatante esempio. La legge sulla cittadinanza esiste già ed è una delle migliori in Europa ma quelli, per avere un argomento di distrazione delle masse sono pronti a peggiorarla.


Non può mancare al appuntamento nostro Matteo. Si stava così bene qualche mese dopo il referendum: non si sentiva proprio. Ma adesso ha ripreso. Deve esternare, se no non riesce a dormire con questa calura. Oppure gli vengono proprio per l'insonnia; si mette a pensare e dopo ci sottopone le sue idee dovute agli incubi notturni. Matteo, fatti installare un condizionatore buono anche tu (ti consiglio un Daikin, dai chinati). Sente che sta perdendo la partita contro i penta stellati e cerca la salvezza invadendo i loro campi di battaglia. Ma l'invasione è troppo improvvisata e potrebbe ribellarsi al suo autore, andando nella direzione opposta. Si ha la percezione che sta barcollando e che non riesce a trovare una direzione giusta.

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Fuori del tunnel

20.07.2016 17:14

Finalmente sono uscito fuori dal tunnel, quello sotto acqua. Dopo un'esperienza mistica che mi teneva per un lungo periodo, quasi 2 anni, ho deciso di tornare sulla Terra e nella realtà. I tempi della contemplazione mi sono serviti a riflettere sul senso della vita, ma anche tutti gli altri sensi. Specialmente quello del gusto. Alla fine, la storia è finita con 5 chilogrammi in più è la necessità di rinnovare in buona parte il guardaroba, le scarpe escluse. Avere della roba nuova mi è fatto piacere, ma quest'azione mi ha svuotato il portafoglio e questo mi è piaciuto di meno. Anche in ottica del fatto che nel frattempo, lo stipendio è rimasto sempre uguale ma mi hanno allungato la settimana lavorativa di 2 ore. Visto che il compenso è rimasto uguale, fatte voi.


Ho costatato che tale realtà è più fantascientifica di alcuni romanzi di genere. Uscito dallo stadio meditavo, ho riiniziato a seguire questo mondo. Per un bel po' di tempo sono stato fuori, non leggendo i giornali e non seguendo le notizie in televisione. Sì, in grandi linee sapevo cosa succedeva dai racconti dei colleghi e degli amici, ma mi interessava e coinvolgeva molto poco. Adesso, con la immersione in questa nostra tristezza quotidiana che dura da appena 2-3 mesi, sento sempre mio la spinta verso lo stato mentale precedente.


Nei canali televisivi, qual è il tema predominante? La morte. Tutti i giorni, senza alcuna eccezione. Se non è successo un attacco terroristico, c'era una golpe da qualche parte (i morti inclusi, per definizione). Se non si sono ammazzati il marito e la moglie (aggiungendo a volte anche qualche bambino), qualcuno ha sparato un afroamericano, come ai giornalisti piace chiamare i neri d'America, oppure c'è stata una vendetta ed è caduto qualche poliziotto. Ma la gente che non guarderà più la televisione e non leggera i quotidiani, non manca mai. Mi ricordo che Freud, verso la fine della sua esistenza, ha cambiato le sue idee a proposito delle spinta propulsiva della nostra vita: la conclusione finale era che le pulsioni di morte sono più importanti di quelle della vita. In effetti c'è un dualismo, ma Thanatos e quello che prevale su Eros. Basta informarsi su quello che avviene attorno e la conclusione finale torna.


Secondo me, c'è anche qualche altro fattore che influisce le nostre esistenze ed i nostri comportamenti. Il benessere e la noi. Molti non sarebbero per niente d'accordo che noi siamo in uno stato di benessere. Ovvio che questo non vale per tutti, quelli affamati del mondo non possono essere inseriti in questa categoria, ma tutti altri si. Si lavoro poco, si mangia troppo e spesso non si sa cosa fare nelle ore libere. Una volta si stava tra la gente, perché questo era l'unico divertimento. Oggi siamo tutti sui social network, anche quando siamo in compagnia fisica degli altri esseri viventi. Si preparo un atto terroristico, comunico tutto sul Facebook. Quando organizzo un piccolo colpo di stato, mi servo del mio smartfone per farmi vedere in TV e mando a tutti un SMS per supportare le mie idee. Tutte le barzellette di questo mondo non riuscirebbero provocare così tante risate.


Mica si facevano queste cose prima. Sa a qualcuno dicevi in faccia che vai ad ammazzarlo, quello reagiva e ti stendeva prima che tu ti muovevi. Oggi sei protetto dalla distanza che superi con le onde elettromagnetiche. Visto che per adesso non è possibile inviare un cazzotto online, sei al sicure (finche non scoprono i pugni zippati). Quelli di Dacca, che hanno ammazzato la gente che aveva fame e si cibava (tra quelli ci siamo sempre  anche noi, e in maggioranza), erano tutti delle famiglie benestanti, istruiti. Dopo aver provato tutto quello che si poteva provare in un'esistenza terrestre, hanno deciso di compiere l'ultimo atto che gli porterà ad un livello superiore, nel limbo delle anime, con le sette vergini. Tutta roba virtuale, tutto made in Taiwan.

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Acquanauti

21.11.2015 19:29

AcquanautiTelepatia... Nel vero senso etimologico della parola - sentire, comprendere da lontano - sì. Ma non per un senso che generalmente si dà a questo fenomeno, quello totale, delle vie di comunicazione, immediate e dirette, dove vengono utilizzati altri canali oltre a quelli della voce e della visione estesa. Tale potere assunto per ciascuna delle aree sensoriali dell'interlocutore, separate dal cervello sono in grado di trasmettere e ricevere in intervalli di onde nervose speciali. Fatta eccezione per alcuni mutanti, la presenza simultanea di ingresso e di uscita è assolutamente essenziale per permettere lo scambio: parlare a chi è sordo è assolutamente privo di senso come ascoltare un uomo muto. In altre parole, quando i bisogni della evoluzione causano la diffusione degli apparecchi telepatici, questo può accadere soltanto sul piano generale, casi isolati restano delle sterili deviazioni. Una volta soltanto, fino a questo istante, Alan ha incontrato ai margini della Galassia la razza che aveva questa capacità: la razza di nome Jevis. Il ricordo di quella esperienza gli ha dato una mano quella notte. Sul pianeta Raj, come accadeva una volta sul pianeta Val, fenomeni parapsicologici erano gli stessi e il loro delegato era in grado di riconoscerne le forme. Il processo di comunicazione basato su onde cerebrali prevede, infatti, solo un ristretto campo delle possibilità; nemmeno uno degli sviluppi sociali rapidi potrebbe esistere se non ci fossero altri mezzi comparabili: la visione dei media e della parola.

Si tratta di una apparizione sottocorticale che va a formare soltanto l'inizio di un pensiero, atteggiamenti mentali come per esempio l'amicizia, la pace, la rabbia, l'odio, la lussuria, l'amore... secondo i fattori fondamentali di accettazione o rifiuto. Trasmette le volontà che si traducono in discorsi attivi, come camminare, nuotare, mangiare, ecc. All'interno di una popolazione che rappresenta un'unità semantica - immagini che indicano i fonemi, la somiglianza di ciò che si ricorda, identità di vita e di educazione - questi concetti primari che possono arricchire gli echi del risveglio; quando, per esempio, una nave spaziale trasmette S.O.S., il suo pilota non ha alcun bisogno di fornire delle dettagliate spiegazioni, coloro che ricevono la richiesta di aiuto sono essi stessi dei cosmonauti e due oppure tre parole chiave sono sufficienti per fare capire la situazione nella quale si trovano i loro colleghi. Ma, se il segnale viene ricevuto dalle persone non addestrate e che non volano collegate  alla stessa lunghezza d'onda, non saranno in grado di capire l'esatta situazione. Comunque, capiranno che qualcuno si trova in pericolo. Da qualche parte. Invece del quadro completo sarà comunicata l'essenza del segnale.

Questo era, facendo una sintesi, ciò che è accaduto al primo contatto con il popolo dell'oceano. Se l'inviato proveniente dal pianeta Alfa fosse stato sprovvisto di poteri telepatici, gli arricchimenti bionici dei quali era dotato sarebbero stati di fondamentale importanza. Controllando e aumentando le reazioni neuro-ormonali, fu in grado di amplificare e sintetizzare i suoi influssi cerebrali, indirizzandoli direttamente alle radiazioni. Del resto, era un modo, come un zenzero che lui usava per gestire da remoto la sua nave spaziale mentre era impegnato nello svolgimento dei soliti lavori di ricerca. Dall'altra parte, lo stesso processo aumentava considerevolmente in lui il meccanismo delle intuizioni, già di per sè professionalmente diffuso. Questo aspetto di conoscenza intuitiva e diretta, è quasi riuscito ad avere il ruolo di un vero e proprio ricevente. Naturalmente, un legame che poteva essere stabilito in tale modo era molto ingenuo e non sviluppato, uno scambio primitivo di atteggiamenti di base, e poteva essere espresso soltanto nella forma più semplice del dialogo.

Quando Alan si trovò sotto la superficie e quando, dopo avere effettuato la manovra di svuotamento e riempimento dei suoi polmoni, ha smesso di nuotare, le frequenze trasmesse dai suoi nuovi amici erano state chiaramente espresse in un'atmosfera gioiosa. In realtà, loro educatamente sorridevano e Alan non poteva fare altro che sorridere a sua volta. Tra gli acquanauti professionisti della civiltà terrestre, Alan era considerato come un buon nuotatore, anche senza le pinne e la cintura dei pesi, riusciva a muoversi con una velocità decente. Ma qui, accanto a queste creature che si trovavano nel loro habitat, lui assomigliava ad un'anatra spelacchiata che voleva competere con i cormorani. Sotto le onde di un qualsiasi mare, questi umanoidi anfibi avrebbero sicuramente vinto la gara anche con il più veloce dei delfini, la loro rapidità e destrezza erano indescrivibili mentre intorno a lui facevano dei cerchi acrobatici. Il loro buonumore non era una finta sostituzione della ironia e ancora di meno della cattiveria, era un gioco che non sarebbe durato a lungo. Poco dopo si fermarono due sirene, ognuna da un lato del loro ospite terrestre. Lo presero sottobraccio portandolo via, molto più veloce di quanto sarebbe stato in grado di fare uno scooter marino. Il gruppo è andato giù lungo il ripido altopiano del fondo roccioso, penetrando sempre più in profondità e anche per la retina ultra-sensibile di Alan, le tenebre diventarono complete; solo qua e là, qualche scia fosforescente di pesci mostrava di avere cancellato le loro tracce. Questa immersione vertiginosa è durata solo pochi minuti, presto, i getti d'acqua che si sentivano accanto alle sue orecchie si indebolirono. E' stato quello l'istante in cui, davanti a loro comparve una macchia chiara. Tenendo conto del suo colore e del fatto che era immobile, non poteva essere di origine animale. Presto arrivarono ad una fonte di luce, due umanoidi anfibi sciolsero la presa lasciando il terrestre procedere da solo verso l'obiettivo, che egli stesso guardava con grande curiosità.

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Respirazione sotto acqua

10.01.2015 17:42

L'inviato da Alfa non ha posto alcuna resistenza e ha acconsentito di essere portato nelle profondità dell'oceano. Desiderava ardentemente questo istante da molto tempo anche se sapeva che i colonizzatori provenienti da Raj non avevano raccontato tutta la verità. Nessuno accetta di svelare per intero lo sfondo dei propri pensieri.  Per Alan era importante esplorare il nuovo pianeta marino, definito da Dan adatto per il trasferimento dei ribelli provenienti da Nova Angela. Ma se il pianeta fosse stato preso in considerazione, il suo fulcro sarebbe stato, logicamente, l'oceano.

Non era un problema. Le capacità di respirare nell'acqua fanno parte delle infinite risorse degli esseri umani. La vita ha avuto origine dall'acqua e anche se alla fine è diventata terrestre, i polmoni hanno conservato la capacità di respiro proveniente dalle acque quasi quanto quella proveniente dall'atmosfera. La percentuale di gas vitale è inferiore ma in ogni caso sufficiente. L'unica differenza che si può notare è quella nello sforzo fisico necessario per inspirare ed espirare due o tre litri d'acqua a posto di venti o trenta grammi di aria ma siccome l'uso dei muscoli è ridotto al minimo e in uno stato senza quasi alcuna gravità, il ritorno ad una vita sotto acqua è del tutto possibile.

Ovviamente questo richiede una adeguata preparazione, simile a quella che veniva usata in precedenza, nel ventesimo secolo, per le immersioni subacquee. All'epoca si trattava di un privilegio concesso agli specialisti del settore e in questo, nulla è cambiato. Un passo in avanti è stato compiuto con la rimozione di dispositivi scomodi, la cui eliminazione ha aumentato le capacità, in quanto l'uomo ha cessato di dipendere da una quantità limitata di ossigeno ma, come è già accaduto nel passato, ha avuto bisogno di tempo per farci l'abitudine. Ha dovuto imparare a bloccare i vecchi riflessi, sostituendoli ai nuovi. La tecnica di uno pieno svuotamento dei polmoni e soprattutto di una libera alimentazione dell'acqua attraverso la gola era una disciplina sportiva per pochi, così come l'operazione inversa, dopo essere risaliti in superficie.

Il vero problema consiste nella rimozione di acido carbonico che si forma ed espande nell'organismo in meno di un'ora, causando soffocamento. In pratica, questa pericolosa difficoltà può essere superata inserendo delle adatte sostanze chimiche che attraggono il CO2 e lo allontanano portandolo verso i reni e le vie urinarie con una velocità che permette dalle sei alle otto volte un respiro sotto acqua più lungo. L'inviato da Alfa non aveva bisogno di questo catalizzatore chimico, il che era positivo dato che era arrivato a Raj senza macchinari di laboratorio. Era in grado di fornirsi autonomamente l'intero processo antitossico che portava alla pulizia del sangue. Certo, non era un processo impeccabile dato che interagiva con il lavoro dei reni, appesantendoli. C'era anche il rischio dei danni permanenti. In ogni caso dava una autonomia di quasi ventiquattro ore. Tutto sommato, il rischio era ridotto al minimo e questo era l'importante. La superficie costituita dalla razza sconosciuta era enorme. Copriva circa i nove decimi del pianeta.

Forse questi esseri porteranno Alan lontano e per troppo tempo ma la loro improvvisa apparizione ha fatto sì che lui non esitasse. Del resto erano usciti dalle acque per andargli incontro. Gli stavano di fronte per più di quarantacinque minuti senza fare trapelare la minima fatica nel respiro e durante tutto questo tempo lui poteva osservare il funzionamento dei loro polmoni, che sembravano lavorare bene, in armonia. Qui, in questa linea di confine tra i due mondi segnata da una striscia di schiuma bianca causata dalle onde, è stato fatto uno scambio incredibile. Senza dire una parola sola, i tre nativi hanno parlato. E Alan ha risposto...

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Gli estranei

12.07.2014 18:24

E' salito nuovamente sul suo cavallo, spronandolo affinché tornassero sulla via. Era quasi mezzanotte ma la luce delle stelle rendeva l'atmosfera quasi diurna, piena di una splendida luce. Anche se notte, la visibilità era presente. A pochi passi dalla città, scese dal cavallo e iniziò a correre attraverso i campi per vedere le case e trovare la strada sulla quale quindici ore prima aveva fatto uno spettacolo con il suo cavallo. Velocemente arrivò a ridosso delle colline sotto le quali si intravedeva il mare, giusto nel punto in cui c'era il bivio che portava alla fattoria di Sten. Una volta arrivato diede una forte pacca al suo cavallo che andò dritto verso la propria scuderia. Alan invece partì per un'altra direzione, verso una calla che aveva di fronte e in fondo alla quale si vedeva l'oceano. La strada che lo portava in quella direzione era un luogo deserto - su di essa c'erano delle tracce lasciate dalle macchine, segno che una volta si trattava di una strada assai trafficata e che lentamente è stata abbandonata; senza ombra di dubbio i colonizzatori avevano una grande paura dell'acqua di mare. In ogni caso, le tracce erano rimaste ancora ben visibili e Alan non aveva alcuna difficoltà a seguirle per arrivare in riva.

La discesa che aveva di fronte era poco ripida, molto diversa rispetto alle due discese che aveva ai lati, una a destra, l'altra a sinistra. Il luogo dove ora si trovava è nato grazie alla erosione, una volta c'era la pozzanghera che si è fatta strada verso il mare ma tutto quello che oggi è rimasto era una spiaggia fatta di tre angoli, con un mare calmo, interrotto periodicamente dalle onde che dolcemente sbattevano sulla riva. Non passò molto tempo che Alan si accorse di avere la sabbia sotto i piedi.

Per molto tempo rimase fermo, come se fosse incantato dall'orizzonte che gli si prospettava davanti e poi, si diresse vicino ad uno scoglio dal quale poteva vedere le più alte delle onde. Si spogliò del tutto, accartocciando i vestiti in un pacchetto nel quale mise una piccola scatola e poi nascose il tutto in un luogo sicuro. Tenendo con se la batteria elettrica, andò a sedersi su un pezzo di cemento che era ad un passo dall'acqua. In quel esatto posto dove era seduto, puntò il riflettore verso il mare. Si concentrò su se stesso appoggiando i gomiti sulle ginocchia e mettendo le mani ai lati della testa. Cancellò dalla sua mente ogni pensiero, rilasciando e gestendo tutta l'energia della quale disponeva. Tutto quello che era la persona di Alan, era lì, nel luogo in cui era accovacciato. Il suo respiro divenne quasi impercettibile. Le pulsazioni del cuore erano di appena dieci in un minuto. Il suo corpo freddo era del tutto immobile, calmo nella sua paralisi. Nonostante tutto, Alan non sentiva il freddo o il vento o l'inclinazione della pietra sulla quale era appoggiato. La faceva da padrona una sorta di inspiegabile fuoco interiore, in costante crescita, intorno a tutto il suo essere fino a diventare parte integrante della aria notturna.

E' durato tanto, un po’ più di due ore. Ad un certo punto, senza preavviso alcuno, lui si accorse che loro erano lì. Si rilassò, sempre con molta cautela affinché il suo corpo tornasse alle sue funzioni normali. Si alzò, spense la lampada che buttò subito nel mare, saltò sulla sabbia e li vide. Erano in tre, snelli, alti, scintillanti sotto la luce delle stelle. A prima vista sembravano degli esseri umani, in ogni caso avevano due gambe ed erano nella posizione verticale. Il petto dei due era come negli umani, leggermente in evidenza rispetto al resto del corpo. Il terzo era diverso ma a modo suo mostrava delle somiglianze con gli umani. Il viso era facilmente scambiabile per quello di un umano, se si esclude la completa mancanza di capelli e un naso molto corto. Lentamente, Alan si avvicinò e rimase lì davanti, fermo, per molto tempo. Un essere umano e delle strane creature uscite dal mare stavano immobili, guardandosi a vicenda, in una spiaggia del tutto deserta. Una situazione surreale era questa anche se le due razze in questione non erano così diverse come si poteva pensare, si trattava degli abitanti di una qualche galassia.

Dopo quel tempo infinito, il gruppo si mosse. Una delle donne appoggiò la mano sulla spalla di Alan mostrandogli un orizzonte non del tutto chiaro. Partirono verso delle onde schiumose che dolcemente accarezzavano la riva. Alan si lasciò guidare. Non fece alcuna resistenza e non cercò di capire. Camminarono uno accanto ad altro guardando dritto davanti a loro. Gli altri due li seguivano a debita distanza. I quattro raggiunsero l'acqua, continuando a camminare fino a scomparire negli abissi. Il mare diventò nuovamente scuro e calmo. Le onde cancellarono sulla sabbia le ultime tracce dei piedi presenti e tutto tornò come se nulla fosse accaduto in quella lunga notte.

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Il male nel cosmo

11.02.2014 19:09

Tra i piani, ancora molto nebulosi e vaghi, che giravano nella sua testa, questo che ha avuto il maggior tributo sulla sua prima decisione era soltanto indirettamente collegato con lo scopo principale: scoprire la causa principale della ricomparsa del cancro in un gruppo umano. Ma prima di impegnarsi al 100% nella sua realizzazione, Alan voleva avere il maggior numero degli assi nelle carte che ha predisposto per il gioco. Anche se ha avuto, per adesso, una libertà illimitata da parte di Gordo e Farago, era cosciente che il suo raggio d'azione poteva esser in un qualsiasi momento messo in discussione. Non doveva dimenticare che ha da fare con una comunità arretrata, che l'isolamento e le condizioni della vita hanno riportato indietro questa gente su un livello primitivo e che non soltanto obbedivano ai dogmi despotici, ma anche agli istinti difficilmente controllabili. Gli spettacoli della superiorità fisica che abbia messo in atto potrebbero un giorno non essere più sufficienti; si doveva avere in riserva una possibilità di azione che non permetteva alcun'obbiezione.

Quando il silenzio è tornato nella valle, ha fatto muovere il cavallo, saltando sopra una fossa e galoppando sulla stesa dell'erba verde dritto verso la massa nera della nave spaziale. Qualche istante dopo ha saltato per terra, sotto una muraglia convessa che si trovava davanti alla rampa per lo scarico, la quale superficie inclinata usciva da una facciata piana. Qui si trovava il quadro d'accesso, ma ovviamente nessun'apertura era visibile sulla parete grigiastra di plastometallo. Farago forse non era un superuomo ma non era così stupido di lasciare accessibile ad un qualsiasi passante la via libera verso il centro dell'energia cosmica che assicurava la sua supremazia. Si aspettava questo ostacolo ed era pronto ad affrontarlo.

Su ogni nave di questo tipo l'inviolabilità delle camere d'entrata è assicurata con la mancanza di un qualsiasi meccanismo manuale esterno; i comandi sono del tutto automatici e si eseguono con tele-neuro-comando. I sensori esaminano gli impulsi cerebrali della persona che si trova davanti al quadro e smuovono i relè soltanto dopo il riconoscimento della frequenza individuale, confrontata con quella nel database del elaboratore centrale. Per ogni visitatore estraneo, il muro rimane ermeticamente chiuso. Logicamente, le apparecchiature per l'apertura della serratura erano impostate sulle onde ipsilon di Farago, Le caratteristiche delle sue modulazioni celebrali erano ben nota ad Alan. Quando, per neutralizzare il capo dei ribelli impossessato dalla rabbia, ha paralizzato le sue capacità motorie, lo poteva fare solamente adeguando la propria radiazione con la frequenza mentale del suo avversario. Questo "adattamento" era stato eseguito automaticamente, in modo istintivo, ma contemporaneamente si è memorizzato nella memoria di Alan e con questo diventato riproducibile a volontà. Si è sistemato in cima della rampa, ha chiuso gli occhi e ha ravvivato nella sua mente l'incidente successe qualche ora prima. Quando aveva riaperto gli occhi, l'apertura dell'entrata era davanti a lui.

Appena dentro, ha abbassato la leva che chiudeva la porta e inserito la sicura prevista per la chiusura durante i voli interstellari. Si è girato attorno osservando attentamente: adesso poteva lavorare tranquillamente, nessuno lo disturberà. Visto dall'interno, il guscio della nave sembrava ancora più spazioso e questo era dovuto all'illuminazione molto debole. Erano accese soltanto le fonti luminose collegate alle batterie a gallio; indipendentemente da ogni altra fonte di energia, queste erano praticamente inesauribili. Ma queste strutture a cristallo emettevano soltanto una luce rossastra, prevista come le indicazioni e notevolmente distanti tra di loro, lasciando gli ampi spazi bui. Sotto le curve nervature della nave, di cui le cime si perdevano in alto nell'oscurità, la vista si assomigliava ad una cattedrale gotica di notte. La misticità dell'atmosfere era ancora più sottolineata dal rumore ritmico dei suoi passi che producevano un suono metallica.

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